IERI OGGI & DOMANI

Morte in via Fracchia

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PaulTemplar
view post Posted on 12/9/2013, 16:43




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“Prima della cattura di Patrizio Peci e delle sue confessioni, le nostre conoscenze sulle Brigate Rosse erano all’anno zero”
Con queste parole il generale Carlo Alberto dalla Chiesa commentò , intervistato da Sergio Zavoli per il suo splendido programma televisivo La notte della repubblica, l’episodio chiave che portò alla riscossa dello stato nei confronti dell’organizzazione terroristica, che solo 17 mesi prima del citato arresto di Peci era sembrata un’organizzazione invincibile, in seguito ai tragici fatti di Via Fani, dove morirono 5 uomini della scorta del presidente della DC Aldo Moro e con il sequestro dello stesso statista.

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I corpi riversi nel corridoio



L’episodio dell’arresto di Peci, avvenuto, il 18 febbraio del 1980 mentre era a Torino in compagnia di un altro capo brigatista, Carlo Micaletto, permise al Generale Dalla Chiesa di squarciare le tenebre in cui erano avvolte le vite dei brigatisti, il loro modo di vivere, il loro organigramma, la struttura stessa dell’organizzazione clandestina, fino ad allora impermeabile alle infiltrazioni, fatti salvi sporadici casi come l’operazione Girasole e altro.
Peci racconta tutto in due giorni interi di colloquio con il Generale, che diligentemente prende nota per verificare l’attendibilità del primo vero pentito di casa BR; un fiume in piena, che costringe Dalla Chiesa a far correre i suoi uomini alla ricerca di riscontri oggettivi dei racconti di Peci.
Durante i colloqui, Patrizio Peci fa il nome di uno dei covi più importanti che posseggono le Brigate Rosse.
E’ un appartamento intestato ai genitori di Annamaria Ludmann, una militante non clandestina, quindi in grado di fornire un supporto sicuro alle Brigate Rosse.
La Annamaria Ludmann è figlia di una famiglia benestante, ha studiato in Svizzera e si è avvicinata come molti, troppi altri alla lotta armata spinta dall’ideologia, dalla voglia di cambiare il “sistema”.

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L’ingresso con la pozza di sangue lasciata dal maresciallo Rinaldo Benà



I suoi possiedono un appartamento, molto grande, in via Fracchia n.12,all’interno 1, nel quartiere Oregina a Genova, in un condominio posto a non più di cento metri dal punto nel quale il 24 gennaio 1979 un commando composto da Riccardo Dura, Vincenzo Guagliardo e Lorenzo Carpi aveva ucciso con 6 colpi di pistola il sindacalista Guido Rossa, colpevole di aver testimoniato contro un brigatista poi suicida in carcere, Francesco Berardi, sopreso da Rossa mentre deponeva volantini BR dietro un distributore di bevande dell’Italsider.
La notizia è ghiotta, per Dalla Chiesa; così l’appartamento viene messo sotto sorveglianza, ma è necessario agire subito, per evitare fughe.
L’appartamento è al piano terra del condominio, ha tre stanze grandi, un bagno, una cucina e un ripostiglio;

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I corpi dei brigatisti: nell’ultima foto, la Ludmann con una bomba a mano



Così, la notte del 28 marzo 1980 alle 4,00 del mattino, nel buio e con la pioggia, scatta l’operazione pianificata da Dalla Chiesa; secondo quanto riportato dai carabinieri nel loro rapporto le cose cose ebbero questo svolgimento.
6 carabinieri, con in avanscoperta l’oggi colonnello Michele Riccio, affiancato dal maresciallo Rinaldo Benà, antrano nel palazzo al civico 12; Michele Riccio sfonda a calci la porta e urla, nell’appartamento immerso nel buio.
I dialoghi, così come riportati dagli agenti, sono drammaticamente sintetici.
” Carabinieri, arrendetevi”.
Una voce risponde: “Va bene ci arrendiamo”
Dai carabinieri si alza la voce di Riccio ” Venite avanti con le mani alzate”
Dall’interno si sente esplodere un colpo di pistola, che centra il maresciallo Rinaldo Benà ad un occhio.
L’uomo, pur ferito, apre il fuoco con il mitra così come fanno gli altri militi.
Pochi istanti dopo il fuoco d’inferno scatenato dalla reazione dei brigatisti all’interno, il silenzio.
Riccio entra con prudenza nell’appartamento alla ricerca di eventuali altri brigatisti nascosti, ma ormai c’è solo silenzio; per terra ci sono quattro corpi stesi nel corridoio, tutti senza vita.
Sono quelli di Annamaria Ludmann, la compagna Cecilia, suo soprannome in battaglia, Lorenzo Betassa, il compagno Antonio, Riccardo Dura ( il cui nome si apprenderàin seguito e che resterà non identificato per vari giorni fino a quando le BR non forniranno il nome del terrorista ad un giornale), nome di battaglia Roberto e infine Piero Panciarelli, Pasquale.
Riccardo Dura, nato a Roccalumera (ME), il 12 settembre 1950 è la personalità più importante; è membro della direzione strategica delle Br, un operaio marittimo entrato in clandestinità autore di numerosi attentati, fra i quali quello citato ai danni di Guido Rossa, da lui stesso giustiziato con un colpo di pistola alla testa.

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La sala da pranzo dopo il conflitto a fuoco


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Il letto sul quale dormivano tre dei quattro brigatisti



Lorenzo Betassa, nato a Torino, il 30 marzo 1952, è un dirigente Br, operaio della Fiat, mentre Piero Panciarelli, nato a Torino, il 29 agosto 1955 è operaio alla Lancia di Chivasso.
Annamaria Ludmann, nata a Chiavari (GE), il 9 settembre 1947, è una segretaria, l’unica a non avere un ruolo da clandestina nel gruppo.
I quattro sono stati evidentemente sorpresi nel sonno, perchè, come testimoniano le immagini, sono semisvestiti.
Dura è in magliettina e slip, la Ludmann ha addosso una maglietta, Betassa e Panciarelli sono vestiti sommariamente; i carabinieri entrano quindi nella varie stanze e iniziano a perquisire la casa, mentre Dalla Chiesa chiama Riccio, annunciandogli il suo immediato arrivo.
L’appartamento si rivela da subito un covo di fondamentale importanza per le Br, e a maggior ragione per gli uomini di Dalla Chiesa.

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Una parte delle 3000 schede con nomi di giudici, magistrati poliziotti e giornalisti



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Particolare di una scheda



All’interno, c’è di tutto: armi, munizioni, un lancia granate, documenti falsi, un’ attrezzatura per fabbricare targhe false e cosa più importante, un archivio delle BR con 3000 schede segnaletiche, che mostrano il grado di capillarità raggiunto dall’organizzazione terroristica nell’identificazione degli obiettivi da combattere e perseguire.
Per Dalla Chiesa sono informazioni vitali, oltre che un successo operativo senza precedenti.
Nelle mani dei carabinieri ci sono documenti e armi, schede segnaletiche ma sopratutto c’è la convinzione di aver sferrato un colpo decisivo alle invincibili BR.

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L’arsenale



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Si notino i razzi sul lato destro


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In primo piano un razzo anticarro



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Pistole, munizioni, manette



Sul posto, poco dopo il conflitto a fuoco, arrivano i iornalisti; ma a difendere in senso lato l’appartamento c’è un nugolo di polizia e carabinieri.
I giornalisti vengono fermati all’ingresso dello stabile, e solo dopo diversi giorni furono fatti accedere nell’appartamento, per una visita che durò non più di tre minuti.

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Tutto il necessario per falsificare targhe



La notizia della strage di via Fracchia ebbe immediata eco sui giornali e in tv e montarono immediatamente le polemiche; venne fatta subito notare la sproporzione tra i quattro caduti delle BR e il ferito dei carabinieri.
Polemiche alle quali rispose stizzito il generale Dalla Chiesa, ricordando come il primo a cadere, miracolosamente solo ferito, fosse stato il maresciallo Rinaldo Benà.
Ai più apparve chiaro che il livello dello scontro ormai si era alzato; sembrava quasi che il messaggio proveniente da via Fracchia fosse: ” d’ora in poi useremo le maniere forti”, un chiaro avvertimento alle BR che da quel momento la battaglia sarebbe stata senza quartiere.
Indubbiamente i segnali usciti dai fatti di via Fracchia furono molto forti; da un lato lo stato mostrò l’intenzione di adottare la linea dura,dall’altro la presunta invincibilità delle Brigate rosse veniva demitizzata e ridimensionata.
Come avrebbe detto il compianto Walter Tobagi, in un suo celebre articolo, “Non sono samurai invincibili”, riferendosi a quell’aura alla Robin Hood di cui godettero le Brigate Rosse per tutto il decennio settanta.

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Altro materiale rinvenuto in Via Fracchia 12


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I drappi con la stella a cinque punte


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La notizia sui giornali


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La pianta dell’appartamento all’interno 1


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Il maresciallo Benà

 
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view post Posted on 12/9/2013, 16:48
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Una perfetta esecuzione.

il particolare della bomba a mano è comicità pura.
 
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CITAZIONE (Il Camallo @ 12/9/2013, 17:48) 
Una perfetta esecuzione.

il particolare della bomba a mano è comicità pura.

ne avevamo già parlato.
Non ricordavo che ci fosse stato un ferito tra i carabinieri.
 
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view post Posted on 12/9/2013, 17:36
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CITAZIONE (Il Camallo @ 12/9/2013, 17:48) 
Una perfetta esecuzione.

il particolare della bomba a mano è comicità pura.

Ho pensato la stessa cosa. Una messa in scena abbastanza lampante. Non ricordavo nulla di questa storia.
 
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PaulTemplar
view post Posted on 12/9/2013, 17:51




CITAZIONE (Il Camallo @ 12/9/2013, 17:48) 
Una perfetta esecuzione.
il particolare della bomba a mano è comicità pura.

CITAZIONE
mauro59 Inviato il: 12/9/2013, 18:36
Ho pensato la stessa cosa. Una messa in scena abbastanza lampante. Non ricordavo nulla di questa storia.

In realtà tutto servì ad innalzare il livello dello scontro;che si sia trattato di una messa in scena abbastanza banale risulterebbe evidente anche ad uno con 10 diottrie in meno.
L'espediente del resto sarà utilizzato, in altro contesto, nel famigerato G8.
Una nota:
Dalla Chiesa, che organizzò il blitz,rinvenne in via Montenevoso il famoso memoriale Moro "incompleto"
Anche in quel caso si trattò di un evidente depistaggio,se vogliamo chiamarlo così.
 
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view post Posted on 12/9/2013, 19:24
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CITAZIONE (PaulTemplar @ 12/9/2013, 18:51) 
che si sia trattato di una messa in scena abbastanza banale risulterebbe evidente anche ad uno con 10 diottrie in meno.

Paolo, ti dirò che con tutti gli anni che mi ritrovo sul groppone ci sono poche cose per le quali mi posso stupire, ma la grossolanità di alcune verità ufficiali e delle messinscena a supporto di quelle ha dell'incredibile. E' il caso di via Fracchia e di molte altre episodi oscuri di quel tempo: ora, tu dimmi chi è quel mentecatto che può pensare che un terrorista che vive per definizione nell'allarme possa pensare di difenderesi non con delle armi leggere ma con una bomba a mano in uno spazio ristretto come quell'appartamento, e questa gli viene pure "rinvenuta" in bella mostra di se proprio davanti alla mano. La spiegazione secondo me è una soltanto, ed è il calo di attenzione dovuto alla certezza dell'impunità e alla sicurezza data dalla sicura condivisione, in quel particolare momento, dei media e dei partiti al governo di qualsiasi puttanata inventata sui due piedi.
 
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view post Posted on 13/9/2013, 07:55
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CITAZIONE (Il Camallo @ 12/9/2013, 20:24) 
CITAZIONE (PaulTemplar @ 12/9/2013, 18:51) 
che si sia trattato di una messa in scena abbastanza banale risulterebbe evidente anche ad uno con 10 diottrie in meno.

Paolo, ti dirò che con tutti gli anni che mi ritrovo sul groppone ci sono poche cose per le quali mi posso stupire, ma la grossolanità di alcune verità ufficiali e delle messinscena a supporto di quelle ha dell'incredibile. E' il caso di via Fracchia e di molte altre episodi oscuri di quel tempo: ora, tu dimmi chi è quel mentecatto che può pensare che un terrorista che vive per definizione nell'allarme possa pensare di difenderesi non con delle armi leggere ma con una bomba a mano in uno spazio ristretto come quell'appartamento, e questa gli viene pure "rinvenuta" in bella mostra di se proprio davanti alla mano. La spiegazione secondo me è una soltanto, ed è il calo di attenzione dovuto alla certezza dell'impunità e alla sicurezza data dalla sicura condivisione, in quel particolare momento, dei media e dei partiti al governo di qualsiasi puttanata inventata sui due piedi.

ma spararono e ferirono un agente oppure no?
 
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view post Posted on 13/9/2013, 08:36
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CITAZIONE (Spencer The Rover @ 13/9/2013, 08:55) 
CITAZIONE (Il Camallo @ 12/9/2013, 20:24) 
Paolo, ti dirò che con tutti gli anni che mi ritrovo sul groppone ci sono poche cose per le quali mi posso stupire, ma la grossolanità di alcune verità ufficiali e delle messinscena a supporto di quelle ha dell'incredibile. E' il caso di via Fracchia e di molte altre episodi oscuri di quel tempo: ora, tu dimmi chi è quel mentecatto che può pensare che un terrorista che vive per definizione nell'allarme possa pensare di difenderesi non con delle armi leggere ma con una bomba a mano in uno spazio ristretto come quell'appartamento, e questa gli viene pure "rinvenuta" in bella mostra di se proprio davanti alla mano. La spiegazione secondo me è una soltanto, ed è il calo di attenzione dovuto alla certezza dell'impunità e alla sicurezza data dalla sicura condivisione, in quel particolare momento, dei media e dei partiti al governo di qualsiasi puttanata inventata sui due piedi.

ma spararono e ferirono un agente oppure no?

Non me ne ricordo neppure, ma in un'azione del genere mi sembra quasi impossibile che la risposta sia mancata del tutto e che almeno un ferito non ci sia.
 
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CITAZIONE (Il Camallo @ 13/9/2013, 09:36) 
CITAZIONE (Spencer The Rover @ 13/9/2013, 08:55) 
ma spararono e ferirono un agente oppure no?

Non me ne ricordo neppure, ma in un'azione del genere mi sembra quasi impossibile che la risposta sia mancata del tutto e che almeno un ferito non ci sia.

be'. le cose un po' cambierebbero.
perché ricorderai che anch'io da un magistrato che entrò tra i i primi ebbi una versione del tipo "uccisi nel sonno". Ma se questi hanno un arsenale in casa e sparano...
 
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view post Posted on 13/9/2013, 10:37
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CITAZIONE (Spencer The Rover @ 13/9/2013, 11:04) 
CITAZIONE (Il Camallo @ 13/9/2013, 09:36) 
Non me ne ricordo neppure, ma in un'azione del genere mi sembra quasi impossibile che la risposta sia mancata del tutto e che almeno un ferito non ci sia.

be'. le cose un po' cambierebbero.
perché ricorderai che anch'io da un magistrato che entrò tra i i primi ebbi una versione del tipo "uccisi nel sonno". Ma se questi hanno un arsenale in casa e sparano...

"Uccidere nel sonno" in una situazione del genere è impossibile, non so chi possa avvalorare una simile stupidaggine. Quando parlo di esecuzione significo che l'irruzione era finalizzata all'eliminazione diretta e non all'arresto.
 
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view post Posted on 13/9/2013, 10:57
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CITAZIONE (Il Camallo @ 13/9/2013, 11:37) 
CITAZIONE (Spencer The Rover @ 13/9/2013, 11:04) 
be'. le cose un po' cambierebbero.
perché ricorderai che anch'io da un magistrato che entrò tra i i primi ebbi una versione del tipo "uccisi nel sonno". Ma se questi hanno un arsenale in casa e sparano...

"Uccidere nel sonno" in una situazione del genere è impossibile, non so chi possa avvalorare una simile stupidaggine.

difatti ho scritto "del tipo".
 
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Le Garcon
view post Posted on 13/9/2013, 11:51




...leggere questo servirebbe.

PECI_INFAME_W
 
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view post Posted on 13/9/2013, 14:23
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Trafficante di sogni

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Ma Michele Riccio non è oggi uno dei principali accusatori di Mori per la vicenda Riina? E non è lui stesso stato condannato a 4 anni per <i>detenzione e spaccio di stupefacenti finalizzato a favorire i suoi confidenti e consentirgli di fare operazioni di successo per ottenere avanzamenti di carriera>?

Personaggio affidabile...
 
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PaulTemplar
view post Posted on 13/9/2013, 16:45




CITAZIONE
Spencer The Rover,13/9/2013, 08:55
ma spararono e ferirono un agente oppure no?

Secondo il rapporto redatto dalla Polizia, furono i terroristi i primi a sparare, centrando un poliziotto all'occhio.
Ovviamente, essendo tutti morti i terroristi nell'assalto, ci si deve accontentare della versione ufficiale.


CITAZIONE
Il Camallo Inviato il: 12/9/2013, 20:24
ora, tu dimmi chi è quel mentecatto che può pensare che un terrorista che vive per definizione nell'allarme possa pensare di difendersi non con delle armi leggere ma con una bomba a mano in uno spazio ristretto come quell'appartamento, e questa gli viene pure "rinvenuta" in bella mostra di se proprio davanti alla mano. La spiegazione secondo me è una soltanto, ed è il calo di attenzione dovuto alla certezza dell'impunità e alla sicurezza data dalla sicura condivisione, in quel particolare momento, dei media e dei partiti al governo di qualsiasi puttanata inventata sui due piedi.

Ho fatto la stessa analisi.
Far esplodere una bomba a mano in un posto così angusto equivaleva al kamikaze medio orientale con una cintura d'esplosivo in un treno, ovvero un suicidio non solo personale ma che avrebbe coinvolto tutti gli occupanti il covo.
E i brigatisti non erano certo gente da suicidio.
Come dici tu, in quel periodo,in quelle condizioni storiche avrebbero potuto mettere tra le mani dei brigatisti anche un bazooka, nessuno avrebbe contestato nulla.


CITAZIONE
condor57 Inviato il: 13/9/2013, 15:23
Ma Michele Riccio non è oggi uno dei principali accusatori di Mori per la vicenda Riina? E non è lui stesso stato condannato a 4 anni per detenzione e spaccio di stupefacenti finalizzato a favorire i suoi confidenti e consentirgli di fare operazioni di successo per ottenere avanzamenti di carriera?

Molte carriere si costruiscono così.
Molti "servitori" dello stato in realtà servono solo se stessi e la propria ambizione
 
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13 replies since 12/9/2013, 16:43   373 views
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