IERI OGGI & DOMANI

Se questa è una donna..., riflessione a partire da "Il corpo delle donne"

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satya
view post Posted on 3/6/2009, 23:26





Mi spiace fare queste apparizioni volanti e fuggir via. La verità è che non ce la faccio a star dietro a tutto e al forumeggiare dedico ormai davvero poco tempo.

Vi lascio comunque il mio ultimo lavoro, grata per ogni commento vorrete lasciare, qui o direttamente là.
;)


http://seidimoda.repubblica.it/dettaglio/s...una-donna/59648

Con un saluto affettuoso




:bacio:
 
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Jaca.randa
view post Posted on 4/6/2009, 05:53




CITAZIONE (satya @ 4/6/2009, 00:26)

Mi spiace fare queste apparizioni volanti e fuggir via. La verità è che non ce la faccio a star dietro a tutto e al forumeggiare dedico ormai davvero poco tempo.

Vi lascio comunque il mio ultimo lavoro, grata per ogni commento vorrete lasciare, qui o direttamente là.
;)


http://seidimoda.repubblica.it/dettaglio/s...una-donna/59648

Con un saluto affettuoso




:bacio:

Sapevo saresti passata qui. Appena possibile, mi divertirò a lasciare qualche commento anche direttamente su repubblica.it.

Tante ma soprattutto buonissime cose a te. :)

 
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view post Posted on 4/6/2009, 10:20
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Trafficante di sogni

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Katya, i tuoi articoli sono sempre molto interessanti, quindi continua a postarli!
Anzi, ti chiedo se, dal punto di vista del copyright, è possibile pubblicare qui l'intero articolo (citando la fonte, of course)?
 
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satya
view post Posted on 8/6/2009, 10:56




CITAZIONE (condor57 @ 4/6/2009, 11:20)
Katya, i tuoi articoli sono sempre molto interessanti, quindi continua a postarli!
Anzi, ti chiedo se, dal punto di vista del copyright, è possibile pubblicare qui l'intero articolo (citando la fonte, of course)?

Suppongo di sì.
:)


PROVOCAZIONI

Se questa è una donna...


di Katia Salvaderi

Mentre infuriano le polemiche sulle veline in politica, un documentario scuote gli animi criticando il modello femminile imposto dalla televisione. "Il corpo delle donne" è una denuncia forte, e necessaria, che ha suscitato sul web e sui media grandi dibattiti. Ma siamo certi che riguardi solo le donne? A voi la parola

“Come mai le donne d’Italia non scendono in piazza per come vengono rappresentate?... Perché non reagiscono? Di cosa hanno paura?”. Con questi interrogativi si apre e chiude il documentario- denuncia "Il corpo delle donne", di Lorella Zanardo e Marco Malfi Chindemi, che, dopo essere andato in onda a l’Infedele su LA7, ha contagiato il web e i media suscitando polemiche.
Questo lavoro è una pregevole indagine su come l'immagine della donna ci viene restituita dai media, in particolare dalla televisione, specchio dei tempi e delle nostre brame.
Il testo della Zanardo, infarcito di citazioni di Umberto Galimberti, Pier Paolo Pasolini, Edward Whitmont, James Hillman…, colpisce, indigna, interroga. Lo spunto non è nuovo, il dibattito sul tema è già avanzato (si pensi solo alla diatriba in corso sul "caso Noemi" e sul velinismo in politica), ma qui è mirabilmente condensato in 23 minuti, in una babele di seni, sederi, gambe, volti, siliconi e botox, a comporre una immagine di donna che si ripete come un incubo all’infinito. A dimostrazione che a furia di voler essere perfette, le donne di ogni età ed estrazione finiscono per assomigliare a un'unica tipologia: quella telegenica.

Cosa spinge a far di tutto per diventare quel modello plasticato, sempre più lontano dalla realtà? Stiamo assistendo alla fine della bio-diversità femminile? E poi siamo certi che sia solo quella femminile?
Il filmato-denuncia, visibile integralmente sul blog degli autori, cade qua e là in tentazioni vetero-femministe, accusando le donne di guardare a se stesse attraverso gli occhi degli uomini, facendosi bambole per il loro diletto. Ma si spinge anche più in là, evidenziando come il tema sia in realtà più complesso. Perché non si tratta più solo di giochi di ruolo o di una sorta di misoginia di ritorno (si ricordino i “I maschi selvatici”, di cui abbiamo già trattato), ma di un problema ben più esteso, che tocca sì le donne, da sempre più vulnerabili per svariati motivi, sul fronte dell’apparire, ma va anche oltre. E ci ricorda, attraverso le parole di Galimberti, che “non è più solo un lifting di corpi, ma di modi di essere”, un appiattimento delle differenze verso un unico modello che si ripete all’infinito, “perché apparire è diventato più importante di essere, col risultato di vivere e morire sconosciuti agli altri e a noi stessi”.

Donne cornicette, donne soprammobili, facce da catalogo, dittatura di corpi perfetti, immagini da umiliare, uniformandole: è vero, le donne sono rappresentate proprio male in tv! Ma è veramente un problema che riguarda solo il femminile o non è, piuttosto, un tema che tocca l’essere umano modello 2010 in ogni suo cluster esistenziale? Lo stesso filmato, cambiando soggetto e con poche modifiche al testo, potrebbe forse essere dedicato ai bambini, sbattuti in televisione nei salotti pomeridiani e in prima serata a cantare strazianti canzoni d’amore o a sculettare come novelle Spice, tristi imitazioni di adulti volute dagli adulti.
O ancora pensiamo agli anziani degli spot pubblicitari, deprivati di ogni ruga e imperfezione fisica, sfoderanti inamovibili dentiere, rigorosamente in jeans, innamorati come adolescenti su spiagge paradisiache o in crociere da sultano. E che dire degli uomini, schiavi di orologio-notebook-auto- golfino giusto, intrappolati nel gioco del potere e del successo (nonché della prestanza erotica)? Per non parlare dei giovani “talenti” delle arene di Amici, XFactor, Academy, fino ai non-talenti di Grande Fratello, Uomini e Donne e similari, nella stragrande maggioranza dei casi votati a un destino di prodotto stagionale perché “uno su mille ce la fa” e “è sempre dura la salita”…




Così fa pensare vedere nel documentario il volto intenso di Anna Magnani, che si arrabbiò quando un truccatore cercò di nasconderle le rughe: “Lasciamele tutte: ci ho messo una vita a farmele!”. Una grande attrice, un grande personaggio. Ognuno di noi, non può fare a meno di essere anche personaggio nel modo in cui si presenta agli altri. Non c’è nulla di male in questo, lo si può addirittura considerare un imperativo etico per l’essere umano: diventare se stessi. E allora si può essere d’accordo con Agrado, il trans del film di Pedro Almodovar "Tutto su mia madre", quando dice che si è se stessi nella misura in cui si arriva ad assomigliare alla propria idea di sé, anche a colpi di silicone come nel suo caso. Ma con la libertà di scegliere il proprio personaggio, quello che vogliamo essere, e non necessariamente quello che un ipotetico grande pubblico potrebbe volere.

Non c’è nulla di male a voler essere belli e seducenti, non è corretto stigmatizzare questo legittimo desiderio, ma in una vita, in una stagione, di giorno in giorno, sono molti e assai diversi i personaggi che si possono incarnare. Molti personaggi ma una sola personalità, dotata di un centro, di una identità: come i veri grandi attori (e non le meteore stagionali) sono capaci di fare.
Una riflessione su questo tema, non solo al femminile, potrebbe essere un ulteriore passo avanti.
Perché, ben venga che la provocazione venga sollevata da una donna, riguardi le donne e (ancora una volta!) siano per prime le donne a indignarsi di quanto bistrattata sia la loro immagine. Ma poi dobbiamo tutti scendere in campo perché quello dello sgretolamento della nostra identità, a favore della sua trasposizione mediatica, non è più un problema che riguarda solo l’universo femminile. È una faccenda sottile e pericolosa, di cui si sta perdendo consapevolezza. E va affrontata con urgenza sul piano dell'educazione del singolo, in rapporto alla sua identità. Prima che la televisione ci fagociti tutti.


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Fonte: SeidiModa / Repubblica
http://seidimoda.repubblica.it/dettaglio/s...na/59648?page=1
(Pubblicato il 28 maggio 2009)



Sono BASìTA da alcuni commenti ricevuti, in particolare l'ultimo oggi, di un certo "andriun" :(
 
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Kaesust
view post Posted on 8/6/2009, 11:18




Nella donna è piu' visibile, piu' evidente la adesione ad un modello "velina" ma direi che si potrebbe ben dire anche "se questo è un uomo" ben lontano dall'accezione di Levi guardando le tonnellate di finti manager di successo come tu stessa noti in fondo al tuo articolo.

A mio parere tutto questo si puo' ricondurre ad una immagine, conscia o inconscia che vede questi personaggi il top evolutivo dell'essere umano, il vincente. E siccome il mondo tende sempre a dar ragione a chi se la vuol prendere a tutti i costi, questo modello funziona, Berlusconi in testa.

Tutto questo sembra una "shortcut" una scorciatoia all'infinita questione umana del successo, del credersi peccatori abietti e dover quindi trovare un riscatto, il piu' possibile pubblico (piu' pubblico perché lo specchio dell'anima tende comuqnue a dire la verità e va adeguatamente controbilanciato).

E' un gigantesco reality show, per creare nel mondo reale le stesse suggestioni che gli attori creano a teattro o al cinema, e quindi trasformare in finta realtà quanto forse lo stesso cinema, teatro ma probabilmente piu' la TV mostra.

E' il gioco della recitazione sfuggito di mano, che da mezzo diventa fine, sogno nirvana, droga piu' potente.

Noemi ha vinto, probabilmente senza neanche dover darsi da fare come la sua comare d'oltroceano, la Lewinski, ora è un pubblico personaggio per il quale si chiude al pubblico il seggio dove vota e dove si presenta come fosse una star.A Noemi è permesso' sentirsi come Audrey Hepburn o come un altra star, non eprfché minimamente ne abbia le caratteristiche ma perchè la circonda una realtà finta da star. E quetso è e resta il sogno di migliaia, forse milioni di papà e mamme per i loro figlioli, la rivincita sul mondo che ti nega sempre di essere protagonista.

Ora siamo tutti protagonisti, basta indebitarsi per comprarsi il Cayenne o acnhe solo mettersi gli ochhiali e la pettinatura giusta "per avere piu' acrisma e sintomatico mistero".

Ma l'origine è quella, dentro di noi, che ne siamo consapevoli o no, che cerchiamo di capire e risolvere il problema, o che prendiamo le "shortcut" della finzione e dei modelli, l'essere umano è convintissimo di essere una merda e di dover passare la vita cercando di dimostrare o di illudersi di non esserlo. E nel tentativo di far questo, in un modo o in un altro, riesce invece a dare fondatezza all'assunto di partenza, per quanto sia totalmente arbitrario

Edited by Kaesust - 8/6/2009, 12:36
 
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satya
view post Posted on 8/6/2009, 11:36




CITAZIONE (Kaesust @ 8/6/2009, 12:18)
Nella donna è piu' visibile, piu' evidente la adesione ad un modello "velina" ma direi che si potrebbe ben dire anche "se questo è un uomo" ben lontano dall'accezione di Levi guardando le tonnellate di finti manager di successo come tu stessa noti in fondo al tuo articolo.

A mio parere tutto questo si puo' ricondurre ad una immagine, conscia o inconscia che vede questi personaggi il top evolutivo dell'essere umano, il vincente. E siccome il mondo tende sempre a dar ragione a chi se la vuol prendere a tutti i costi, questo modello funziona, Berlusconi in testa.

(...)
Ma l'origine è quella, dentro di noi, che ne siamo consapevoli o no, che cerchiamo di capire e risolvere il problema, o che prendiamo le "shortcut" della finzione e dei modelli, l'essere umano è convintissimo di essere una merda e di dover passare la vita cercando di dimostrare o di illudersi di non esserlo.


L'essere umano ha sempre avuto e sempre avrà bisogno di miti - o proiezioni archetipiche che dir si voglia: è una faccenda connaturata (forse legata al pensiero della morte?).
E su questo filone si può ragionare, indagare, disquisire all'infinito. Ma senza andare troppo lontano, mi vien da aggiungere che a questo punto rimpiango quasi Giove Giunone Venere e compagnia bella... piuttosto che una Noemi o una Giusy Ferreri o un Briatore o un Totti.
Se proprio mito deve essere, che ce lo si scelga almeno con cura!
:)
 
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Kaesust
view post Posted on 8/6/2009, 12:00




Già ma è difficile essere belli come Venere e Apollo o intelligenti come Minerva o potenti come Giove.

Eppure è li che si va a finire, che la maggioranza delle palestre che vedo in giro si richiamano proprio ad "Apollo" agli dei a "scolpire" il corpo come Fidia scolpiva gli Dei.

Per essere un dio /dea e anche reale devi trovare qualche aiutino, la moderne tecniche chirurgiche e la magia della TV. Coordinate dal potere del denaro e dallo spirito invidia/emulazione funziona.

E il tutto è piu' democratico che certo sono in molti a poter assurgere alla "nobiltà televisiva" , meno a poter vantare in effetti le qualità di Giove o Apollio.

E siamo poi tanto certi che i mdoelli o le situazioni del passato siano migliori ?

Questi sono piu' democratici, alla portata di tutti, che fatica devi fare,c he abilità devi avere per diventare una Noemi , un tronista o anche solo uno che "è un figo" ?

Non serve neanche il pelo che invece sicuramente i Briatore del caso hanno tappezzato sullo stomaco.

Ma non sono cosi' negativo come te riguardo la possibile emancipazione dell'essere umano dal mito di essere una merda. Forse è possibile, sarà lunga sarà difficile, ma è possibile.
 
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satya
view post Posted on 8/6/2009, 13:10




CITAZIONE (Kaesust @ 8/6/2009, 13:00)
(...)
Ma non sono cosi' negativo come te riguardo la possibile emancipazione dell'essere umano dal mito di essere una merda. Forse è possibile, sarà lunga sarà difficile, ma è possibile.

Se fossi pessimista a riguardo, non mi prenderei la briga di scrivere articoli di denuncia!
Al contrario. C'è solo molto da fare. Molto. E tutto quello che è possibile va fatto. Subito.
:)
 
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Kaesust
view post Posted on 8/6/2009, 14:47




Ma allora ti dico che dal momento che questo problema dell'autostima umana esiste, è anche un bene che esploda, cosi' come è un bene che la malattia da sintomatica diventi conclamata che questo è un passaggio anturale verso la guarigione.

Ma è certo importante anche mantenere distanza e considerare una malattia come tale e non come invece una forma "naturale e sana" di espressione, o anzi una forma di espressione superiore ed evoluta.

E mi sembra che il tuo articolo vada in quella direzone. Si magari vorresti qui ulteriori spunti di discussione, ma io ho solo modo di dirti che sono solo totalmente d'accordo.
 
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Lady Jazz
view post Posted on 8/6/2009, 18:45




CITAZIONE (satya @ 8/6/2009, 11:56)
Cosa spinge a far di tutto per diventare quel modello plasticato, sempre più lontano dalla realtà? Stiamo assistendo alla fine della bio-diversità femminile? E poi siamo certi che sia solo quella femminile?

Il desiderio di visibilità che oggi sembra passare prevalenemente per questa strada.

CITAZIONE (satya @ 8/6/2009, 11:56)
E ci ricorda, attraverso le parole di Galimberti, che “non è più solo un lifting di corpi, ma di modi di essere”, un appiattimento delle differenze verso un unico modello che si ripete all’infinito, “perché apparire è diventato più importante di essere, col risultato di vivere e morire sconosciuti agli altri e a noi stessi”.

Penso che sia molto più rassicurante e facile aderire ad un modello preconfezionato e di successo piuttosto che "perdere tempo" a scoprire la propria personalità ed il proprio modo di essere diversi da tutti gli altri, con il rischio di non piacere (in senso lato). Quindi un discorso di accettazione e la presunta difficoltà di farsi accettare per come si è.

CITAZIONE (satya @ 8/6/2009, 11:56)
Donne cornicette, donne soprammobili, facce da catalogo, dittatura di corpi perfetti, immagini da umiliare, uniformandole: è vero, le donne sono rappresentate proprio male in tv! Ma è veramente un problema che riguarda solo il femminile o non è, piuttosto, un tema che tocca l’essere umano modello 2010 in ogni suo cluster esistenziale?
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Molti personaggi ma una sola personalità...
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È una faccenda sottile e pericolosa, di cui si sta perdendo consapevolezza. E va affrontata con urgenza sul piano dell'educazione del singolo, in rapporto alla sua identità. Prima che la televisione ci fagociti tutti.

Dall'inizio della televisione ci sono sempre state le vallette ma oggi la cosa è veramente arrivata a livelli esagerati...
Ma è veramente solo la tv che ci fagocita? ...Io credo che dietro tutto questo ci siano anche una serie di industrie miliardarie che, nel momento in cui ogni donna (o uomo) decidesse di essere semplicemente se stessa, fallirebbero.
Vogliamo fare l'elenco di quante industrie sono dietro al mito del corpo perfetto, della bellezza eterna, della mancanza di rughe, della magrezza??? (e questo vale anche per gli uomini)
Ci sono praticamente tutte le industrie.
Editoria. Industrie farmaceutiche. Palestre & Co. Dietologi. Chirurghi estetici. Industria della moda e chi più ne ha più ne metta.
In tutto questo la volgarità impera. Perchè è inutile avere due tette 4a misura su un corpo taglia 40 se poi non c'è qualcuno che te le fa mostrare. E perchè te le fa mostrare? Primo perchè il cattivo gusto è sempre quello che paga di più in termini audience e secondo perchè mette in moto quei meccanismi imitativi che alimentano tutte le industrie di cui sopra.
Però il discorso è molto più ampio...
Per rispondere alla prima domanda "perchè le donne non reagiscono?..."
Non lo so. Forse perchè quelle che ancora pensano con la propria testa non hanno tempo in quanto vivono una vita più vera mentre quelle omologate... che ci scendono a fare? :blink:
 
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Lady Jazz
view post Posted on 12/6/2009, 10:26




up

Riporto su questa discussione proposta da satya perchè sarebbe interessante avere qualche ulteriore parere femminile :)
 
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view post Posted on 16/6/2009, 21:54
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Linotipista

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ho trovato questo video nella rete...

 
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Lady Jazz
view post Posted on 16/6/2009, 22:52




CITAZIONE (difra64 @ 16/6/2009, 22:54)
ho trovato questo video nella rete...

... inquietante...ma, tutto sommato, molto meno di quello che ha dato origine a questo post :)
 
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Baba_
view post Posted on 17/6/2009, 08:57




CITAZIONE (satya @ 8/6/2009, 11:56)
Se questa è una donna...[/size]

di Katia Salvaderi

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Ma siamo certi che riguardi solo le donne? A voi la parola

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Cosa spinge a far di tutto per diventare quel modello plasticato, sempre più lontano dalla realtà? Stiamo assistendo alla fine della bio-diversità femminile? E poi siamo certi che sia solo quella femminile?
Il filmato-denuncia, visibile integralmente sul blog degli autori, cade qua e là in tentazioni vetero-femministe, accusando le donne di guardare a se stesse attraverso gli occhi degli uomini, facendosi bambole per il loro diletto. Ma si spinge anche più in là, evidenziando come il tema sia in realtà più complesso. Perché non si tratta più solo di giochi di ruolo o di una sorta di misoginia di ritorno (si ricordino i “I maschi selvatici”, di cui abbiamo già trattato), ma di un problema ben più esteso, che tocca sì le donne, da sempre più vulnerabili per svariati motivi, sul fronte dell’apparire, ma va anche oltre. E ci ricorda, attraverso le parole di Galimberti, che “non è più solo un lifting di corpi, ma di modi di essere”, un appiattimento delle differenze verso un unico modello che si ripete all’infinito, “perché apparire è diventato più importante di essere, col risultato di vivere e morire sconosciuti agli altri e a noi stessi”.

Donne cornicette, donne soprammobili, facce da catalogo, dittatura di corpi perfetti, immagini da umiliare, uniformandole: è vero, le donne sono rappresentate proprio male in tv! Ma è veramente un problema che riguarda solo il femminile o non è, piuttosto, un tema che tocca l’essere umano modello 2010 in ogni suo cluster esistenziale? Lo stesso filmato, cambiando soggetto e con poche modifiche al testo, potrebbe forse essere dedicato ai bambini, sbattuti in televisione nei salotti pomeridiani e in prima serata a cantare strazianti canzoni d’amore o a sculettare come novelle Spice, tristi imitazioni di adulti volute dagli adulti.
O ancora pensiamo agli anziani degli spot pubblicitari, deprivati di ogni ruga e imperfezione fisica, sfoderanti inamovibili dentiere, rigorosamente in jeans, innamorati come adolescenti su spiagge paradisiache o in crociere da sultano. E che dire degli uomini, schiavi di orologio-notebook-auto- golfino giusto, intrappolati nel gioco del potere e del successo (nonché della prestanza erotica)? Per non parlare dei giovani “talenti” delle arene di Amici, XFactor, Academy, fino ai non-talenti di Grande Fratello, Uomini e Donne e similari, nella stragrande maggioranza dei casi votati a un destino di prodotto stagionale perché “uno su mille ce la fa” e “è sempre dura la salita”…




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Fonte: SeidiModa / Repubblica
http://seidimoda.repubblica.it/dettaglio/s...na/59648?page=1
(Pubblicato il 28 maggio 2009)


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No, a mio parere ci sono delle differenze fra la presentazione della versione stereotipata di uomini, bambini e anziani come categorie e quella della donna come corpo non pensante.

Le prime categorie rispondono a modelli finti ma completi: immagine, personalità, accessori, "sentimenti" impostati per rispondere al presunto immaginario di un pubblico che classifica e vuole identificarsi, o identificare le persone a seconda di un modello idealizzato.

Nella rappresentazione del modello femminile bambolizzato, invece, la rappresentazione della figura femminile viene ridotta a simbolo sessuale della tipologia "anche se non parla", quindi a corpo e basta: la personalità, l'espressione e la comunicazione diventano inutili, non richiesti o funzionali unicamente a tale immagine.

E non leggo intenzioni vetero-femministe nel dichiararsi disgustati da tale tipo di rappresentazioni, perché se così fosse si darebbe per scontato che l'ideale di un uomo sia sempre e solo quello di vedere nudo ovunque, anche durante un dibattito politico o un gioco a premi, o peggio di non riconoscere possibile una comunicazione con le donne.

Piuttosto chiedo: chi decide, credendoci, che gli uomini siano una massa di idioti sempre alla ricerca di visioni di bambole di silicone con presa diretta sulle porzioni di corpo più interessanti, magari all'ora di cena con tanto di bambini presenti?

Non pensano, questi autori, che per simili esigenze si possa ricorrere a risorse diverse con immagini e filmati e in orari appositi?

O forse s'intende veicolare, attraverso l'ironia (finta pure quella), il desiderio nascosto e inconfessabile di voglia di sesso del "buon padre di famiglia"?

E chi crede davvero che tali donne possano rappresentare un modello nel quale identificarsi, per le donne stesse? Modello come cartamodello da ritagliare e sul quale sovrapporre la propria, di immagine fisica, ma quel che è peggio anche l'assenza di una personalità ad accompagnarlo che appunto verrebbe percepita come ininfluente.

Senza contare che spesso il risultato in termini estetici è veramente pessimo e svilente.

 
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85 replies since 3/6/2009, 23:26   1616 views
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