IERI OGGI & DOMANI

Grette, storia camalla di pallone e tappi di bottiglia

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qwfwq
view post Posted on 11/5/2009, 08:20





CITAZIONE (WebMichi @ 11/5/2009, 08:35)
Sì, è la struttura urbana delle città che non prevede più quella grande opportunità. Anche se a Genova, vista com'è messa tra mare e monte, di cortili ce ne sono sempre stati pochissimi. Però 'sta cosa la vedrei più a fondo perché ai giorni nostri noi stessi come genitori siamo più contraddittori: aumentano le paure ma, ad esempio, concediamo libertà impreviste per le feste di compleanno la sera (io ne avrò fatte sì e no dieci in tutta la mia vita). Torniamo al punto di partenza: grette, biglie, e altro erano un forma di gioco ormai scomparsa. Il problema è: perché?

Credo che l'idea di riuscire a plasmare e orientare le attività e i comportamenti della gente attraverso le scelte urbanistiche e architettoniche abbia costituito una delle principali utopie del secondo dopoguerra. Ma i risultati cui si è pervenuti sono stati deludenti, come minimo, nonostante a questa problematica si siano dedicate le menti più brillanti dell'architettura contemporanea.
Il mondo dei bambini oggi è più complicato di quello di allora, come del resto il mondo degli adulti.
Non so se è anche effettivamente più pericoloso, ma di certo più complicato sì.
Biglie, tappini e altro appartenevano a un mondo diverso, più circoscritto a ciò che è raggiungibile "allungando la mano".
Adesso ci si spinge più in là, anche se in modi meno "corporei".
Non so se sia effettivamente un male. Ma credo che l'infanzia dei nostri bambini verrà comunque ricordata come un'età dell'oro anche da loro
 
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view post Posted on 11/5/2009, 08:31
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Gutenberg

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CITAZIONE (WebMichi @ 11/5/2009, 08:35)
...grette, biglie, e altro erano un forma di gioco ormai scomparsa. Il problema è: perché?

Forse perchè, essendo noi in numero senz'altro maggiore rispetto ai nostri figli, maggiori erano anche le possibilità di aggregazione e composizione-scomposizione dei gruppi, quindi maggiori la mobilità e l'appartenenza, e maggiori le possibilità di identificazione.
Oppure ancora perchè eravamo meno multietnici, o perchè avevamo proprio più spazi urbani a disposizione in cui vivere.
O anche perchè così era stata impostata la nostra vita, in un ciclo di scuola-pranzo-compiti-gioco-carosello-nanna che, per motivi svariati, oggi non è più proponibile.
O forse perchè una volta, se la mamma aveva bisogno di una cipolla, andava a bussare alla porta della vicina.
 
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view post Posted on 11/5/2009, 09:02
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Gutenberg

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CITAZIONE (qwfwq @ 11/5/2009, 09:20)
CITAZIONE (WebMichi @ 11/5/2009, 08:35)
Sì, è la struttura urbana delle città che non prevede più quella grande opportunità. Anche se a Genova, vista com'è messa tra mare e monte, di cortili ce ne sono sempre stati pochissimi. Però 'sta cosa la vedrei più a fondo perché ai giorni nostri noi stessi come genitori siamo più contraddittori: aumentano le paure ma, ad esempio, concediamo libertà impreviste per le feste di compleanno la sera (io ne avrò fatte sì e no dieci in tutta la mia vita). Torniamo al punto di partenza: grette, biglie, e altro erano un forma di gioco ormai scomparsa. Il problema è: perché?

Credo che l'idea di riuscire a plasmare e orientare le attività e i comportamenti della gente attraverso le scelte urbanistiche e architettoniche abbia costituito una delle principali utopie del secondo dopoguerra. Ma i risultati cui si è pervenuti sono stati deludenti, come minimo, nonostante a questa problematica si siano dedicate le menti più brillanti dell'architettura contemporanea.
Il mondo dei bambini oggi è più complicato di quello di allora, come del resto il mondo degli adulti.
Non so se è anche effettivamente più pericoloso, ma di certo più complicato sì.
Biglie, tappini e altro appartenevano a un mondo diverso, più circoscritto a ciò che è raggiungibile "allungando la mano".
Adesso ci si spinge più in là, anche se in modi meno "corporei".
Non so se sia effettivamente un male. Ma credo che l'infanzia dei nostri bambini verrà comunque ricordata come un'età dell'oro anche da loro

ci puoi scommettere! feste di compleanno in ritrovi "fun center" in cui giocano a bowling, fanno le battaglie col laser game, e mangiano la pizza; ritrovi quasi fissi a casa di amici, tra film in dolby surround su grande schermo, giochi con la play o la Wii, e cene luculliane; l'estate scandita da camp di pallavolo, tennis, trekking/orientering, e quant'altro; uscite serali nel parco (con genitori, se hanno 11/12 anni) per gelato/roller/ festa dello sport.....

Tutta roba che noi manco ci sognavamo; ci siamo divertiti lo stesso, eravamo più liberi, meno controllati e accompagnati, più "random" , ma non credo che i nostri figli sentano la mancanza di questa randagità che non conoscono.

Sono cambiati i tempi, ecco tutto.
 
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Baba_
view post Posted on 11/5/2009, 09:30




CITAZIONE (qwfwq @ 11/5/2009, 09:20)
CITAZIONE (WebMichi @ 11/5/2009, 08:35)
Sì, è la struttura urbana delle città che non prevede più quella grande opportunità. Anche se a Genova, vista com'è messa tra mare e monte, di cortili ce ne sono sempre stati pochissimi. Però 'sta cosa la vedrei più a fondo perché ai giorni nostri noi stessi come genitori siamo più contraddittori: aumentano le paure ma, ad esempio, concediamo libertà impreviste per le feste di compleanno la sera (io ne avrò fatte sì e no dieci in tutta la mia vita). Torniamo al punto di partenza: grette, biglie, e altro erano un forma di gioco ormai scomparsa. Il problema è: perché?

Credo che l'idea di riuscire a plasmare e orientare le attività e i comportamenti della gente attraverso le scelte urbanistiche e architettoniche abbia costituito una delle principali utopie del secondo dopoguerra. Ma i risultati cui si è pervenuti sono stati deludenti, come minimo, nonostante a questa problematica si siano dedicate le menti più brillanti dell'architettura contemporanea.
Il mondo dei bambini oggi è più complicato di quello di allora, come del resto il mondo degli adulti.
Non so se è anche effettivamente più pericoloso, ma di certo più complicato sì.
Biglie, tappini e altro appartenevano a un mondo diverso, più circoscritto a ciò che è raggiungibile "allungando la mano".
Adesso ci si spinge più in là, anche se in modi meno "corporei".
Non so se sia effettivamente un male. Ma credo che l'infanzia dei nostri bambini verrà comunque ricordata come un'età dell'oro anche da loro

Forse le menti brillanti si sono sforzate di creare spazi organizzati, ma appunto non spontanei.
Il mondo naturale e quello urbano erano armonici fra loro, nessuno disturbava l'altro, quando i materiali erano presi direttamente dalla terra.
Forse per le grandi città era diverso, ma il quartiere era comunque accessibile: immagino fosse possibile giocare a pallone anche per strada.



CITAZIONE (Lord Anthony @ 11/5/2009, 09:31)
CITAZIONE (WebMichi @ 11/5/2009, 08:35)
...grette, biglie, e altro erano un forma di gioco ormai scomparsa. Il problema è: perché?

Forse perchè, essendo noi in numero senz'altro maggiore rispetto ai nostri figli, maggiori erano anche le possibilità di aggregazione e composizione-scomposizione dei gruppi, quindi maggiori la mobilità e l'appartenenza, e maggiori le possibilità di identificazione.
Oppure ancora perchè eravamo meno multietnici, o perchè avevamo proprio più spazi urbani a disposizione in cui vivere.
O anche perchè così era stata impostata la nostra vita, in un ciclo di scuola-pranzo-compiti-gioco-carosello-nanna che, per motivi svariati, oggi non è più proponibile.
O forse perchè una volta, se la mamma aveva bisogno di una cipolla, andava a bussare alla porta della vicina.

E maggiore la libertà, di conseguenza.




CITAZIONE (hejira @ 11/5/2009, 10:02)
CITAZIONE (qwfwq @ 11/5/2009, 09:20)
Credo che l'idea di riuscire a plasmare e orientare le attività e i comportamenti della gente attraverso le scelte urbanistiche e architettoniche abbia costituito una delle principali utopie del secondo dopoguerra. Ma i risultati cui si è pervenuti sono stati deludenti, come minimo, nonostante a questa problematica si siano dedicate le menti più brillanti dell'architettura contemporanea.
Il mondo dei bambini oggi è più complicato di quello di allora, come del resto il mondo degli adulti.
Non so se è anche effettivamente più pericoloso, ma di certo più complicato sì.
Biglie, tappini e altro appartenevano a un mondo diverso, più circoscritto a ciò che è raggiungibile "allungando la mano".
Adesso ci si spinge più in là, anche se in modi meno "corporei".
Non so se sia effettivamente un male. Ma credo che l'infanzia dei nostri bambini verrà comunque ricordata come un'età dell'oro anche da loro

ci puoi scommettere! feste di compleanno in ritrovi "fun center" in cui giocano a bowling, fanno le battaglie col laser game, e mangiano la pizza; ritrovi quasi fissi a casa di amici, tra film in dolby surround su grande schermo, giochi con la play o la Wii, e cene luculliane; l'estate scandita da camp di pallavolo, tennis, trekking/orientering, e quant'altro; uscite serali nel parco (con genitori, se hanno 11/12 anni) per gelato/roller/ festa dello sport.....

Tutta roba che noi manco ci sognavamo; ci siamo divertiti lo stesso, eravamo più liberi, meno controllati e accompagnati, più "random" , ma non credo che i nostri figli sentano la mancanza di questa randagità che non conoscono.

Sono cambiati i tempi, ecco tutto.

Però è tutto "organizzato", e spesso dagli adulti, a svantaggio della creatività personale e di gruppo.
 
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view post Posted on 11/5/2009, 09:33
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Gutenberg

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CITAZIONE (Baba_ @ 11/5/2009, 10:28)
Forse le menti brillanti si sono sforzate di creare spazi organizzati, ma appunto non spontanei.
Il mondo naturale e quello urbano erano armonici fra loro, nessuno disturbava l'altro, quando i materiali erano presi direttamente dalla terra.
Forse per le grandi città era diverso, ma il quartiere era comunque accessibile: immagino fosse possibile giocare a pallone anche per strada.

in città piccole come Modena, tolta la primissima periferia appena fuori dal centro città, le altre zone un po’ più fuori negli anni ‘60/’70 iniziavano a espandersi, con ampie aree di aperta campagna, quindi con una vivibilità ottimale per dei ragazzini. Era scontato stare fuori tutto il giorno e i pericoli erano davvero minimi. E sì che si poteva giocare a pallone in strada!
 
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Baba_
view post Posted on 11/5/2009, 09:45




CITAZIONE (hejira @ 11/5/2009, 10:33)
CITAZIONE (Baba_ @ 11/5/2009, 10:28)
Forse le menti brillanti si sono sforzate di creare spazi organizzati, ma appunto non spontanei.
Il mondo naturale e quello urbano erano armonici fra loro, nessuno disturbava l'altro, quando i materiali erano presi direttamente dalla terra.
Forse per le grandi città era diverso, ma il quartiere era comunque accessibile: immagino fosse possibile giocare a pallone anche per strada.

in città piccole come Modena, tolta la primissima periferia appena fuori dal centro città, le altre zone un po’ più fuori negli anni ‘60/’70 iniziavano a espandersi, con ampie aree di aperta campagna, quindi con una vivibilità ottimale per dei ragazzini. Era scontato stare fuori tutto il giorno e i pericoli erano davvero minimi. E sì che si poteva giocare a pallone in strada!

Conosco quelle zone, è vero...
I miei figli hanno avuto la fortuna di abitare in una casa con vigneto e campi a Formigine per un paio di anni. :rosa:

 
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view post Posted on 11/5/2009, 09:51
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CITAZIONE (qwfwq @ 11/5/2009, 09:20)
CITAZIONE (WebMichi @ 11/5/2009, 08:35)
orniamo al punto di partenza: grette, biglie, e altro sono una forma di gioco ormai scomparsa. Il problema è: perché?

Biglie, tappini e altro appartenevano a un mondo diverso, più circoscritto a ciò che è raggiungibile "allungando la mano".
Adesso ci si spinge più in là, anche se in modi meno "corporei".
Non so se sia effettivamente un male. Ma credo che l'infanzia dei nostri bambini verrà comunque ricordata come un'età dell'oro anche da loro

CITAZIONE (Lord Anthony @ 11/5/2009, 09:31)
Forse perchè, essendo noi in numero senz'altro maggiore rispetto ai nostri figli, maggiori erano anche le possibilità di aggregazione e composizione-scomposizione dei gruppi, quindi maggiori la mobilità e l'appartenenza, e maggiori le possibilità di identificazione.
Oppure ancora perchè eravamo meno multietnici, o perchè avevamo proprio più spazi urbani a disposizione in cui vivere.
O anche perchè così era stata impostata la nostra vita, in un ciclo di scuola-pranzo-compiti-gioco-carosello-nanna che, per motivi svariati, oggi non è più proponibile.
O forse perchè una volta, se la mamma aveva bisogno di una cipolla, andava a bussare alla porta della vicina.

CITAZIONE (hejira @ 11/5/2009, 10:02)
CITAZIONE (qwfwq @ 11/5/2009, 09:20)
Biglie, tappini e altro appartenevano a un mondo diverso, più circoscritto a ciò che è raggiungibile "allungando la mano".
Adesso ci si spinge più in là, anche se in modi meno "corporei".
Non so se sia effettivamente un male. Ma credo che l'infanzia dei nostri bambini verrà comunque ricordata come un'età dell'oro anche da loro

ci puoi scommettere! feste di compleanno in ritrovi "fun center" in cui giocano a bowling, fanno le battaglie col laser game, e mangiano la pizza; ritrovi quasi fissi a casa di amici, tra film in dolby surround su grande schermo, giochi con la play o la Wii, e cene luculliane; l'estate scandita da camp di pallavolo, tennis, trekking/orientering, e quant'altro; uscite serali nel parco (con genitori, se hanno 11/12 anni) per gelato/roller/ festa dello sport.....
Tutta roba che noi manco ci sognavamo; ci siamo divertiti lo stesso, eravamo più liberi, meno controllati e accompagnati, più "random" , ma non credo che i nostri figli sentano la mancanza di questa randagità che non conoscono.
Sono cambiati i tempi, ecco tutto.

CITAZIONE (Baba_ @ 11/5/2009, 10:30)
Forse per le grandi città era diverso, ma il quartiere era comunque accessibile: immagino fosse possibile giocare a pallone anche per strada.

La struttura urbana ha il suo peso importante, ma credo che al fondo la risposta vera sia "mancanza d'offerta", quella che ai tempi nostri t'incentiva a gioco e forme di socialità che non erano in vendita. Banalmente: quando io ero un fuoriclasse delle grette, bene che andasse la tv dei ragazzi occupava la fascia oraria dalle 17 alle 18, e il club di Topolino era una chicca per i più piccoli che prevedeva un cartone (uno) alla domenica pomeriggio. Oggi il baby parking davanti alla tv tocca livelli assurdi e, ancora più importante, io non vedo traccia nei coetanei dei miei figli dell'idea che un gioco possa essere inventato perchè non esiste in negozio. Un esempio: io vorrei fare giocare il mio ragazzo a grette (è affascinato all'idea) ma...trovatemi i tappi e trovatemi un ecosistema di ragazzi come lui che li lavori, faccia le magliette e trovi un posto dove condividere il gioco.
In linea generale, credo comunque che questa caratteristica della nostra infanzia sia di formidabile appeal per loro: quando mia figlia mi ha sentito raccontare delle discese della via con il carretto (singolo o a due posti), non ci voleva credere.
 
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view post Posted on 11/5/2009, 09:54


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Senza andar per strada, che nel 65/70 era già abbastanza trafficata, si andava in Villa Fabbricotti, un parco cittadino, a sfinirsi nelle epiche partite a pallone a "s'arriva a dieci", che iniziavano alle 14/15 e finivano al tramonto (coprifuoco), senza che nessuno ci accompagnasse, preoccupasse o chiamasse la polizia per un ritardo di dieci minuti, al massimo un paio di scapaccioni.
 
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view post Posted on 11/5/2009, 10:28
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CITAZIONE (WebMichi @ 11/5/2009, 10:51)
...In linea generale, credo comunque che questa caratteristica della nostra infanzia sia di formidabile appeal per loro: quando mia figlia mi ha sentito raccontare delle discese della via con il carretto (singolo o a due posti), non ci voleva credere.

Sì, capita anche a me con mia figlia quando mi capita di raccontarle le epiche scorrerie in bici (Graziella!) su e giù per le campagne della periferia triestina assieme alla "clapa" (mucchio, banda) di ragazzini e ragazzine coetanee.
Però qui mi viene una domanda: ma se gli piace tanto, perchè non lo fanno?
Credo la risposta sia proprio nell'eseguità dei numeri; sono pochi, sono davvero troppo pochi, e non solo in raffronto alle nostre generazioni di baby boomers.
 
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Jaca.randa
view post Posted on 11/5/2009, 11:43




CITAZIONE (Baba_ @ 11/5/2009, 01:10)
CITAZIONE (Jaca.randa @ 10/5/2009, 19:34)
Questo topic oggi è una vera dolcezza da leggere, signori uomini!

Sapete a me cosa ha fatto ricordare ? I tappi di tutte le bottigline di una bibita legata alla mia infanzia, la spuma bionda.
Aperte le sorseggiavo a canna strizzando gli occhi per il piacere, quasi fosse l'ultima delizia tra i nettari.
Era il tempo delle passeggiate estive in riviera, sul lungomare di Sanremo. Un rituale che si ripeteva cadenzato ogni anno ma non ne avevo mai abbastanza. In compagnia di Andrea e Karen (due rosse teutoniche punteggiate di lentiggini,con cui avevo legato, figlie del gestore del Bar Sud-Est) terminava con un'escursione dentro quella foresta di eucalipti e pini marittimi resinosi, che era il minigolf. 20 piste dalle forme e dai perimetri più strani. Lungo i bordi di tappi di bibite ne trovavi a iosa ma per noi non erano un'attrattiva, chiaro.

Nonostante si vestisse in salopette e scarpe da ginnastica a stelle e strisce, per le nostre gare nonne e zie ci avevano fornito di scatola in legno con le asticelle per lo shangai e bottoni colorati per il gioco della pulce. Da vere signorine educate. Illusione che durò poco. Il gioco del minigolf era molto più avvincente e misterioso. Sceglievi il signore o la signora dalle mazze più strambe e li seguivi mentre tentavano di mandare in buca la pallina con le difficoltà che via via aumentavano lungo il percorso.
Le ore e ore che, nelle intenzioni familiari dovevano trascorrere a sfidarsi sedute sulle panchine accanto alle piste, furono presto abbandonate mentre gli altoparlanti gracchiavano un improbabile rauco Daniel di Elton John.


Avete mai avuto tappi di spuma bionda nel vostro arsenale ?

In quali anni eri a Sanremo d'estate?

Considera che sono del '63 e che ho praticamente trascorso almeno un mese di vacanza ogni anno da mia nonna che lì abitava o in alternativa da mia zia ad Arma di Taggia, dai sei anni fino ai quattordici. Diciamo quindi a cavallo tra il '69 ed il '77.
 
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qwfwq
view post Posted on 11/5/2009, 12:29




CITAZIONE (WebMichi @ 11/5/2009, 10:51)
ma...trovatemi i tappi e trovatemi un ecosistema di ragazzi come lui che li lavori, faccia le magliette e trovi un posto dove condividere il gioco.

Certo che non lo trovi, ma non perché non trovi i tappi...
Non lo trovi perché quello è un gioco ormai desueto e dimenticato.
Insomma, oggi, come allora, conta molto anche il passa parola, la diffusione all'interno della comunità, la curiosità data dall'osservazione e la capacità di riproposizione tra pari.
Mio padre, quando ero piccola, mi raccontava delle sfide a "picchio", che era una trottolina di legno con un chiodo nella parte inferiore, che veniva "lanciata" sul terreno dopo averci avvolto intorno uno spago. Una ventina di anni fa, durante un viaggio in Puglia, mi sono trovata ad osservare, in una piazzetta di non so quale paese, dei vecchietti che giocavano a picchio, e ne sono rimasta affascinata. Ho cominciato a giocarci anch'io, dopo essermi fatta spiegare bene da quei vecchietti come si doveva avvolgere lo spago e come si doveva lanciare la trottolina per farle mantenere il movimento rotatorio il più possibile, e ne ho acquistata anche una per regalarla al mio papà, come ricordo di un tempo passato. In quel luogo le trottoline ancora le costruivano, ma i bambini non ci giocavano più. Era un gioco che faceva parte di un altro tempo, e probabilmente i bambini lo consideravano un gioco da vecchi, non adatto a loro, nonostante in passato fosse stato invece un gioco per ragazzini.
Mia figlia, al contrario dei figli di Michi e Antonio, non sembra sentire il fascino dei giochi dei tempi andati.
E' molto immersa nel suo presente, e francamente non mi dispiace.
 
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gaetano3
view post Posted on 30/4/2018, 17:36




In un impeto di nostalgia sui giochi coi quali si divertivano i ragazzi ai miei tempi mi era venuto in mente di scrivere un post sul mio blog sul gioco delle grette. Ho cercato la parola "grette" su Google e mi è venuto fuori questo pezzo (il pezzo di apertura di questo topic). L'ho letto. Molto bello! Non c'è più bisogno che scriva anch'io il mio post :)

Gaetano, Genova
 
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view post Posted on 1/5/2018, 09:05
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CITAZIONE (gaetano3 @ 30/4/2018, 18:36) 
In un impeto di nostalgia sui giochi coi quali si divertivano i ragazzi ai miei tempi mi era venuto in mente di scrivere un post sul mio blog sul gioco delle grette. Ho cercato la parola "grette" su Google e mi è venuto fuori questo pezzo (il pezzo di apertura di questo topic). L'ho letto. Molto bello! Non c'è più bisogno che scriva anch'io il mio post :)

Gaetano, Genova

Grazie! :brindisi:
 
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view post Posted on 2/5/2018, 07:48
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Trafficante di sogni

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CITAZIONE (WebMichi @ 11/5/2009, 08:35) 
CITAZIONE (Jaca.randa @ 10/5/2009, 19:34)
Avete mai avuto tappi di spuma bionda nel vostro arsenale ?

Credo di ricordare che la spuma bionda fosse una cosa divenuta di moda dalla seconda metà dei settanta in poi. Il periodo cui mi riferisco io e credo anche Rikki era dalla seconda metà dei sessanta in poi. Allora il mercato, a Genova, lo facevano sostanzialmente tre case: San Pellegrino e, soprattutto, Spumador; la presenza locale era Lagomarsino, che tentò la strada della spuma ma era leader nelle gazzose. I gusti erano ginger (soprattutto), arancia e cola; qualche volta il chinotto.

Paoletti-Spuma-Bionda-270ml-22698

CITAZIONE (Frankie&Johnny @ 11/5/2009, 10:54) 
Senza andar per strada, che nel 65/70 era già abbastanza trafficata, si andava in Villa Fabbricotti, un parco cittadino, a sfinirsi nelle epiche partite a pallone a "s'arriva a dieci", che iniziavano alle 14/15 e finivano al tramonto (coprifuoco), senza che nessuno ci accompagnasse, preoccupasse o chiamasse la polizia per un ritardo di dieci minuti, al massimo un paio di scapaccioni.

una sera di giugno mio padre venne a riprenderci alle 21.30 e ci portò a casa a calci nel sedere. D'Altra parte, eravamo 53 a 52, non potevamo mica smettere...
 
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view post Posted on 2/5/2018, 08:31
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Oh, pennuto, mai vista a Zena questa Paoletti. Era un produttore locale?
 
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