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| CITAZIONE (Il Camallo @ 10/5/2023, 11:59) CITAZIONE (mysterytour @ 10/5/2023, 10:33) un po' sì, hai ragione, il fascino del momento. Però personalmente quello che mi intriga di più è il "Pirandellismo" dei temi, la fallacità delle percezioni, le immagini che dovrebbero svelare una realtà oggettiva e invece mandano ancor più in confusione... la sostanziale inutilità dell'agire in determinate situazioni ambigue. La stessa scena della chitarra sfasciata in "Stroll On" è sicuramente fica in sé, ma non sarebbe tale se, una volta ottenuto il manico rotto, Hemmings non lo guardasse stupito e lo buttasse nel secchio. Come a dire "ma che mi passava per la testa, già dopo tre minuti sono una persona diversa". Ragazzi, mantenere la stessa percezione di un film (o di un libro, o di qualsiasi altra espressione dell'arte), sia buona che no, è un bel segnale d continuità e di coerenza esistenziale. Ma una valutazione come questa di Glauco, allora, non sarei riuscito a fare. Intendo dire che, entro certi limiti di età, il favore o il rifiuto sono istintivi,e la consapevolezza del perché arriva dopo. verissimo tutto, io lo declino in questo modo: - anche a vent'anni riesci a fare tue determinate percezioni, ma SOLO se ti sono cogneniali. Ebbi la stessa impressione di Blow Up allora che ho adesso, ma proprio perché ero imbevuto di decadentismo, di Pirandelliani dubbi sul reale e le percezioni. Quindi istintivo + ragionato insieme. Mentre sicuramente di altri film altrettanto validi, o anche di più, non colsi l'essenza e probabilmente non la coglierei nemmeno oggi, a meno che la comprensione di determinati sentimenti non sia intervenuta nel frattempo nella mia vita. Per dire, tematiche decisamente politiche non mi affascinano oggi come non mi affascinavano allora. "L'avventura" non mi piacque e non me la sono sentita di riapprocciarlo, ma sicuramente oggi mi parlerebbe diversamente; anche di Bergman riuscii ad apprezzare i temi che sentivo più congeniali, altri no. Poi c'è l'effetto vecchiaia (che riscontravo in mio padre!) ovvero il non volersi tormentare con storie decisamente tristi o depressive, che a 20 anni invece accetti spavaldamente. Ad esempio, non ho più rivisto Dersu Uzala, del quale ho un ricordo bellissimo, perché adesso mi butterebbe giù. Ma anche "Balla coi lupi..." NB: c'è differenza fra "depressivo" e "drammatico": accetto ancora molto bene racconti senza il lieto fine, purché ci sia una catarsi, un'energia nella conclusione drammatica (es. il finale di Robin & Marian di Lester). La pena e la tristezza senza il fuoco del dramma invece no, nun je la fo più.
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