IERI OGGI & DOMANI

Senza parole - La cronaca

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view post Posted on 11/1/2006, 12:35


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view post Posted on 13/1/2006, 11:53


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l'ultimo taglio degli stipendi è praticamente vanificato...e sti ********* hanno pure la faccia da culo nel voler governare il nostro paese...buffoni andate a lavorare a 900 euro al mese SENZA RIMBORSI VIAGGI O ALTRE MINCHIATE VARIE!

tratto da corriere.it
Parlamentari, in arrivo aumento di stipendio Restano intatte le pensioni dei senatori dopo il no di Palazzo Madama. Probabile il voto contrario anche di Montecitorio

ROMA — Scongiurato con decisione unanime il taglio al vitalizio e all'assegno di reinserimento, a pochi giorni dalla fine della XIV legislatura, i senatori si apprestano a ricevere un nuovo aumento di stipendio. Lo scatto, che riguarda anche i deputati, e che si trascinerà anche su pensioni e liquidazioni, si annuncia consistente. In grado comunque di cancellare il taglio delle indennità mensili dei parlamentari deciso con la Finanziaria 2006 appena entrata in vigore. Taglio che avrebbe dovuto essere del 10%, ma che in realtà, sia per gli stipendi dei deputati che dei senatori, si è fermato al 6%.

NUOVO SCATTO — L'aumento alle porte è quello biennale che deriva dall'agganciamento delle indennità parlamentari agli stipendi dei presidenti di sezione della Cassazione. Secondo alcune indiscrezioni l'aumento alle porte sarebbe intorno al 6%. Esattamente pari al taglio appena effettuato alle indennità, in ossequio alla Finanziaria del ministro Giulio Tremonti. La legge stabilisce che "la misura massima" dell'indennità mensile dei parlamentari debba essere ridotta del 10%. Se non che lo stipendio dei parlamentari, fino al dicembre scorso, era pari non "al massimo", ma al 96% dello stipendio dei magistrati. Sicché il taglio effettivo già adottato dal Senato, e che la Camera si appresta a varare martedì prossimo, sarà di soli sei punti percentuali. La riduzione delle indennità appena decisa, da 5.940 a 5.580 euro netti mensili (cui si aggiungono 4 mila euro di diaria, 4.678 euro di rimborsi, in parte ai gruppi politici di appartenenza, oltre ai forfait annuali per i viaggi, da 9 a 18 mila euro) rischia di essere del tutto vanificata. Mentre non accenna a placarsi la polemica sulla decurtazione del cosiddetto "assegno di reinserimento", pari all'80% dell'indennità mensile per ogni anno di mandato effettuato, e sul vitalizio, variabile tra il 25 e l'80% dell'indennità, anche reversibile, e che scatta ai 65 anni d'età (60 se l'ex parlamentare ha fatto più di una legislatura).

PENSIONI INTATTE — Palazzo Madama, l'altra notte, ha bocciato la proposta che il senatore della Lega Nord, Francesco Moro, considera «una forzatura del presidente del Senato», che l'ha avanzata e che è stato l'unico a sostenerla. «È un'interpretazione troppo estensiva della Finanziaria. Lì c'è scritto taglio dell'indennità mensile. Punto, altro che pensioni e vitalizi», dice Moro. «Senza contare che la proposta di Pera avrebbe avuto l'effetto di ridurre le pensioni anche a chi non è più membro del Parlamento, perché l'assegno è indicizzato all'indennità mensile. E la Finanziaria prevede il taglio solo per i membri attuali del Parlamento», afferma Giuseppe Firrarello, esponente di Forza Italia nel Consiglio di Presidenza del Senato. Le stesse argomentazioni che il senatore Ds Stefano Passigli ha formulato l'altra notte nel corso della riunione.

MARTEDÌ LA CAMERA — La palla ora passa ai questori del Senato, che dovranno trovare il modo (che a tutti pare difficile) di applicare la norma proposta salvaguardando i diritti acquisiti dagli ex senatori. Martedì prossimo, invece, ad affrontare la delicata questione del taglio alle pensioni sarà la Camera. I Questori di Montecitorio, a scanso di polemiche, hanno chiesto un parere preventivo all'Avvocatura dello Stato. Che stando alle indiscrezioni confermerebbe tutte le perplessità emerse in Senato. Anche alla Camera, dunque, la bocciatura del taglio alle pensioni e alle indennità sembra probabile. Se non altro per non creare disparità di trattamento con i colleghi senatori. Dalla Camera è attesa anche la decisione sul taglio dell'indennità mensile. Non scontata, se è vero che qualcuno insiste nell'intervenire solo sulle voci accessorie dello stipendio.
Mario Sensini
 
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view post Posted on 20/1/2006, 09:35


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tratto da repubblica.it

ROMA - Il colpo di scena arriva all'ultima curva della legislatura. Il governo, in debito d'ossigeno, è intenzionato a prolungare di quindici giorni la vita del Parlamento, ben oltre quindi il previsto scioglimento del 29 gennaio. Un escamotage che servirebbe a soddisfare numerose esigenze - dalla conversione dei decreti legge in scadenza all'approvazione di alcune leggi rimaste in sospeso nelle commissioni - ma soprattutto consentirebbe di procrastinare di due settimane l'entrata in vigore delle norme sulla par condicio.

Per raggiungere l'obiettivo, le strade che ha di fronte la maggioranza sarebbero due, entrambe sviscerate in questi giorni dagli esperti e esaminate a fondo ieri durante la riunione del Consiglio dei ministri.

La prima ipotesi passa per un accordo con il Quirinale. Se la maggioranza rappresentasse a Carlo Azeglio Ciampi l'intenzione di andare ancora avanti a lavorare per qualche giorno, senza toccare la data elettorale, il capo dello Stato potrebbe anche acconsentire. La Costituzione infatti prevede che le elezioni debbano avvenire "entro settanta giorni" dallo scioglimento e le Camere, a norma di legge, possono continuare a legiferare fino a 45 giorni prima delle elezioni.

Sarebbe un tempo ristretto per la campagna elettorale, ma in teoria la legge consentirebbe uno scioglimento della legislatura fino al 23 di febbraio.
Oltretutto, se restasse ferma la data del 29 gennaio, secondo la nuova legge elettorale sarebbe tecnicamente un caso di scioglimento "anticipato" del Parlamento, con la conseguenza che andrebbe dimezzato il numero di firme necessario per presentare le liste. Una norma che avvantaggerebbe alcuni partiti, come la Rosa nel pugno, che militano nel centrosinistra. Si capisce perciò la convenienza della Cdl ad allungare la legislatura.

In più, prolungando la vita delle Camere di 15 giorni, il governo permetterebbe la candidatura a tutti quei sindaci e presidenti di provincia che non hanno provveduto a dimettersi per tempo dalle loro cariche.

Fin qui la strada condivisa. Ma se in qualche modo il capo dello Stato non fosse d'accordo nel posticipare la chiusura di Montecitorio e palazzo Madama, a palazzo Chigi sono convinti di aver trovato comunque l'uovo di colombo. L'idea sembra sia venuta al leghista Roberto Calderoli, ma è stata condivisa da tutto il Consiglio dei ministri. Lo stesso Berlusconi, al termine del lungo giro di tavolo, l'ha definita "molto ragionevole".

Se Ciampi insistesse dunque a voler sciogliere il 29 gennaio, il governo farebbe slittare di 15 giorni l'approvazione del decreto di indizione dei comizi elettorali. Un escamotage tecnico dunque, che servirebbe allo stesso fine: far scattare più avanti la tagliola della par condicio, quella che impedirebbe l'attuale dilagare del Cavaliere su tutte le reti. La regolamentazione radio televisiva entra infatti in vigore "dalla data di convocazione dei comizi elettorali".

Se in teoria l'ipotesi Calderoli sembra trovare la quadratura del cerchio per il governo, in realtà difficilmente il Quirinale potrà piegarsi a un tale tipo di soluzione. Geloso custode della prassi costituzionale, Ciampi non potrà far altro che rammentare ai suoi interlocutori (ieri è stato affidato al ministro dell'Interno Pisanu il compito di preparare una "nota informativa", poi toccherà a Gianni Letta salire sul Colle a spiegarla) la storia delle quattordici legislature repubblicane.

I precedenti raccontano infatti che solo una volta - fu nel 1979 e per cause di forza maggiore - il decreto di convocazione dei comizi è stato rimandato di qualche giorno. Dal 1948 ad oggi invece al decreto di scioglimento ha fatto immediatamente seguito quello di convocazione dei comizi, con un ritardo al massimo di un giorno. In genere la mattina il capo dello Stato annuncia il decreto di scioglimento e il pomeriggio il governo risponde indicendo le elezioni.

Così deve andare, anche perché i cittadini hanno il diritto di conoscere la data delle elezioni nel momento in cui vengono mandati a casa i loro rappresentanti. In caso contrario, per assurdo, potrebbe accadere che il capo dello Stato sciolga le Camere e il governo si "dimentichi" di indire le elezioni non per qualche giorno ma per sei mesi. Con grave vulnus per la democrazia.
 
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da l'Unità del 23 gennaio 2006 Affari azzurri di Marco Travaglio

Il Cavalier Bellachioma ha ordinato ai suoi discepoli sparsi su tutto l'orbe terracqueo di "trovare informazioni sui rapporti fra le cooperative rosse, le pubbliche amministrazioni e i partiti", per raccoglierle in un dossier e "picchiare duro" in campagna elettorale.

La meritoria iniziativa merita il massimo sostegno e anche noi, nel nostro piccolo, vorremmo fornire un contributo. La nostra è un'opera di volontariato a titolo assolutamente gratuito, nei confronti di questo anziano signore sottoposto a dosi eccessive di stress e fatica che rischiano seriamente di comprometterne la salute fisica e soprattutto mentale.

Una riedizione ad personam della campagna "Adotta un nonno", che ci pare doverosa dopo i sintomi di cedimento strutturale riscontrati alla conferenza stampa di fine anno(cambio repentino del colore dei capelli, dal rosso tramonto al nero catrame), a Otto e mezzo (palpebra dell'occhio destro sbarrata), da Biscardi (confusione fra il Processo del lunedì e i processi di Milano), a Porta a Porta (annuncio di denuncia di notizie penalmente rilevanti), da Anna La Rosa (nessuna denuncia, notizie penalmente irrilevanti, per giunta false), da Fiorello (confusione fra se stesso e Apicella), a Isoradio (confusione fra cinture di sicurezza e camicia di forza), a Matrix (calo improvviso della voce e altri disturbi collaterali).

Ma soprattutto la nostra assistenza mira a informare il premier sulle attività svolte negli ultimi 13 anni dal suo gruppo, visto che Confalonieri, Marina, Piersilvio e persino Paolo lo tengono all'oscuro di tutto.

Ricapitolando.

Che Paolo facesse i decoder, ormai dovrebbe averlo capito. Che Mediaset sia socia di Gnutti nella Hopa, a sua volta socia di Unipol, anche. L'altra sera, poi, Rutelli gli ha rivelato che Tarak Ben Ammar era suo socio e lui, colto alla sprovvista, è caduto dalle nuvole: garantiamo noi, è tutto vero.

Casomai gli fosse sfuggito, aggiungiamo che lui è pure socio di Mediolanum (alleata di Fiorani nella scalata all'Antonveneta), proprietario del Milan, membro del patto di sindacato di Capitalia e titolare di tre reti televisive in Italia e una in Spagna.

E adesso si tenga forte e si metta comodo: lo sa, Cavaliere, che ha un processo a Madrid e quattro a Milano?

Fino all'altroieri erano scesi a tre, grazie a una legge fatta dal suo avvocato, ma Ciampi l'ha bocciata e sono risaliti a quattro.

E veniamo alle coop. Cioè a quello che lei giustamente definisce "l'intreccio inaccettabile tra politica e affari, tra giunte rosse e mondo delle cooperative che ha sempre lucrato contratti da parte degli esponenti di cui è organico e che ha prodotto utili assolti dall'obbligo di versare le imposte, che sono poi andati a foraggiare il proprio partito di riferimento".

Dia un'occhiata al sito della Manutencoop di Bologna, oltre 6.600 dipendenti, roba grossa. Scoprirà che controlla una subholding, la Manutencoop Facility Management Spa, "specializzata nella gestione ed erogazione di servizi integrati agli immobili e al territorio", nonché nell'"attività di cleaning, gestione del verde" e "manutenzione di beni di terzi".

Ecco, la Mfm Spa è partecipata per il 6,17% da Giada Equity Fund, una merchant bank diretta da Alessandro Benetton che a sua volta fa capo a due società: la "21 Investimenti" e la Banca Popolare di Vicenza. Lo sa di chi è la 21 Investimenti? Citiamo da una fonte insospettabile:
il sito di Mediaset.

Il 16 dicembre '99 annuncia trionfalmente: "Fininvest entra in 21 Investimenti": "Fininvest Spa e 21 Investimenti hanno siglato una lettera d'intenti in base alla quale Fininvest acquisirà il 10% della società che opera negli investimenti industriali diversificati.

Marina Berlusconi, vicepresidente di Fininvest, rappresenterà il nuovo socio nel Consiglio della 21 Investimenti. L'operazione, realizzata tramite un aumento di capitale riservato che Fininvest sottoscriverà per 47,8 miliardi di lire, consentirà ai due partner di cogliere insieme nuove e interessanti opportunità di business in settori innovativi, come quello delle nuove tecnologie, del commercio elettronico, dei new media e di Internet".

Siamo in grado di rivelare all'ignaro Cavaliere che la Marina Berlusconi che da sei anni rappresenta Fininvest in 21Investimenti, socia di Giada Equity Found e dunque della rossa Manutencoop nella rossa Bologna non è un'omonima di sua figlia.

E' proprio sua figlia.

Conoscendo la ritrosia del papà a occuparsi delle sue aziende, è assolutamente certo che la ragazza non l'abbia mai informato della cosa. Abbiamo provveduto noi, credendo di far cosa gradita.
 
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Martedì 24.01.2006, swissinfo

Nestlé, Bayer, Coca Cola: Un "riconoscimento" per gli irresponsabili

Tra le contromanifestazioni al Forum economico mondiale (WEF) spiccano i "Public Eye Awards" per le aziende senza un'anima sociale ed ecologica. Le aziende in lizza per il "premio" portano nomi come Coca Cola, Nestlé, Novartis, Syngenta, Ciba, Bayer e Walt Disney Company.

Il Forum economico mondiale (WEF) apre i battenti a Davos il 25 gennaio. Lo stesso giorno vengono consegnati i "Public Eye Awards", riconoscimenti non certo ambiti, che mettono sotto i riflettori del mondo il comportamento particolarmente irresponsabile di determinate aziende.

Organizzazioni non governative di tutto il mondo hanno fornito alla Dichiarazione di Berna e a Pro Natura - le due ONG svizzere ideatrici del "Public Eye" - una lista con una ventina di nominativi di aziende svizzere e internazionali che si sono distinte per il loro dis-impegno in materia ambientale, sociale e fiscale.

Tra le ditte nominate lo scorso anno, solo la Nestlé è riuscita a "difendere" la sua nomination. Alla multinazionale svizzera viene rimproverato, tra le altre cose, lo stile aggressivo con cui spinge la vendita dei prodotti alimentari per neonati.

Sulla lista si trovano anche i nomi di Kendris, Alcoa, Bayer, Chevron, Citigroup, Coca Cola, Fila, GAP, Tesco, Vattenfall Europe e Disney.

Anche le grandi della chimica, come Novartis, Ciba e Syngenta, sono in lizza per il "premio". Viene rimproverato loro di fare troppo poco per risanare i vecchi depositi di rifiuti chimici nel Giura.

Per la prima volta, gli organizzatori assegneranno anche un vero e proprio premio al merito. In questo modo, spiega Oliver Classen della Dichiarazione di Berna, si vuole evitare che il Public Eye venga associato all'idea di organizzazione che ama parlar male degli altri.

Sale nelle piaghe delle aziende
"Vogliamo spargere sale nelle piaghe delle aziende", afferma Classen. Oggi sarebbero ancora troppe le società che interpretano la responsabilità aziendale in primo luogo come difesa degli interessi degli azionisti.

I dirigenti che s'incontrano ogni anno a Davos "distolgono coscientemente l'attenzione dalle sofferenze delle donne che cuciono i jeans di marca in Bangladesch o dai soprusi subiti dalle popolazioni che vivono in zone ricche di petrolio", continua Oliver Classen.

I "Public Eye Awards" dovrebbero ricordare ai dirigenti aziendali e ai politici che l'opinione pubblica tiene d'occhio quello che fanno.

Sonja Ribi, di Pro Natura, ritiene scandaloso che determinate aziende possano permettersi di ignorare le leggi e approfittare di regimi corrotti e autoritari. Solo regole vincolanti a livello internazionale potrebbero rendere le aziende responsabili e perseguibili da un punto di vista giuridico.

Critiche al WEF
I "Public Eye Awards" rimproverano al WEF di propagare all'estremo libero mercato e concorrenza, e questo a dispetto delle crisi umanitarie e ambientali che si verificano a livello internazionale.

Anche se c'è chi ritiene che il libero mercato e la concorrenza siano il motore della crescita e, di conseguenza, un'opportunità per ottenere più benessere e più democrazia per tutti, la protesta contro la loro difesa ad oltranza è riuscita ad ottenere un cambio di paradigma.

Ora non è più chi punta il dito contro un'azienda a dover dimostrare che sussiste un comportamento scorretto. Sempre più spesso tocca alle aziende il compito di dimostrare qualcosa: la loro innocenza.

Fumo negli occhi?
Il WEF garantisce ad alcune organizzazioni non governative l'accesso a determinati seminari. Per il "Public Eye" questi sforzi sono solo fumo negli occhi. Nonostante abbia fatto spazio ad un "Open Forum", il WEF rimane tutt'altro che neutrale, poiché i diversi gruppi sociali non sono rappresentati in modo equivalente.

"Se non fosse così", ammonisce il "Public Eye on Davos", "accanto alla conquista dei mercati asiatici e alla febbre delle nuove tecnologie, in programma ci sarebbero anche discussioni sulle conseguenze di un impegno economico a breve termine, sulle condizioni di lavoro disumane, sulla distruzione delle basi di sostentamento".

L'Open Forum - che a differenza di Public Eye è integrato nel WEF - accoglierà i consiglieri federali Moritz Leuenberger, Joseph Deiss e Micheline Calmy-Rey. Interverranno anche Timothy Garon Ash, professore a Oxford, e i patron di Nestlé (Peter Brabeck) e Novartis (Daniel Vasella). Etienne Strebel (traduzione, Doris Lucini)
 
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WASHINGTON.- Gli USA potranno giustiziare prigionieri condannati nella base militare di Guantánamo (Cuba). Il nuovo regolamento sulla pena di morte permette che le esecuzioni dei condannati da tribunali di guerra siano ora eseguibili fuori del Paese e, precisamente, in altri luoghi oltre a Fort Leavenworth (Kansas), finora unico sito autorizzato.

La riforma è contenuta in un documento dell'Esercito firmato dal Capo di Stato Maggiore degli USA lo scorso 17 gennaio, al qual la AFP ha avuto accesso.

Questa autorizzazione, appicabile dallo scorso 17 febbraio, si riferisce alle pene di morte comminate da tribunali militari.

Le procedure potrebbero, così, essere applicate dai tribunali speciali insediati nella base americana di Guantanamo, se si condannasse a morte qualche prigioniero.

"I nemici compattenti potrebbero essere oggetti di questo regolamento", ha indicato un portavoce dell'Esercito, Sheldon Smith.

Tuttavia, ha ricordato che, in questa fase, nessuno dei dieci prigionieri di Guantanamo lì processati è stato condannato alla pena di morte.

"E' una misura tecnica, benché a lungo termine siano possibili casi di esecuzione", ha dichiarato Richard Dieter, direttore del Centro di Informazione sulla Pena di Morte, un'associazione contraria alla pena capitale.

 
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tratto da repubblica.it
Approvato in commissione Vigilanza il provvedimento
sulla neutralità dei conduttori. L'Unione abbandona l'aula
Par condicio, la Cdl vota
l'emendamento anti-Santoro

ROMA - Un emendamento che impedisce a Michele Santoro di condurre una trasmissione durante il periodo della in campagna elettorale. Lo ha votato la maggioranza compatta in commissione di Vigilanza Rai, dichiarando che si tratta di un emendamento nel segno "neutralità" dei conduttori. Il riferimento Santoro non è esplicito ma si parla di "persone che hanno ricoperto un ruolo politico nell'ultimo anno". L'Unione ha abbandonato l'aula al momento del voto.

L'emendamento vieta, durante il periodo di campagna elettorale, la presenza in video che non sia per partecipare ai programmi dedicati ai rappresentanti delle liste e delle coalizioni anche a tutte "le persone chiaramente riconducibili ai partiti e alle liste concorrenti per il ruolo che ricoprono o hanno ricoperto nelle situazioni nell'ultimo anno".

"E' un emendamento mirato contro Santoro - spiega il capogruppo Ds, Giuseppe Giulietti - un ad personam fatto con criterio punitivo".

Replica da An Ignazio La Russa, ma tutta la Cdl è favorevole: "Abbiamo discusso ieri tutti insieme nella Cdl di questa norma che non è dedicata all'uomo ma alle situazioni. Il problema è di valutazione, che spetterà al Consiglio di amministrazione della Rai leggendo ed interpretando questa norma. E' un problema di interpretazione che non spetta a noi altrimenti avremmo scritto 'parlamentari europei' e gli italiani che ci votano avrebbero detto 'avete fatto bene'".
 
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bastardo...

tratto da tgcom.it
Fa morire di fame il cane: in cella
Usa, parte e lo lascia senza cibo

E' partito per le vacanze con la figlia lasciando il suo cane in uno sgabuzzino senza cibo né acqua. Il povero animale è morto e ora l'uomo dovrà scontare fino a un anno di carcere per crudeltà verso gli animali. Jason Griffin, questo il nome dell'uomo, ha ammesso di avere lasciato il cane solo in uno sgabuzzino in cantina al momento di partire per una settimana di svago a Disney World in Florida.

E così, preparati i bagagli, l'uomo, che abita a Riverhead, nei pressi di New York, è partito con la sua bambina di sette anni per una bella vacanza all'insegna del divertimento. Tutto da copione. Peccato che l'uomo si sia completamente scordato del suo cagnolino: e così, come si fa per un giocattolo, lo ha "mollato", in uno sgabuzzino, in cantina al buio senza cibo e neppure un goccio d'acqua. Il povero animale è morto di fame. A trovare l'animale senza vita è stato il padrone di casa, oltre una settimana dopo la partenza dell'uomo. Il caso ha suscitato proteste di animalisti in tutti gli Stati Uniti e in Canada: centinaia le lettere sono giunte al giudice chiedendo il massimo della pena, che, prontamente, è stato comminato.
 
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Ecco il testo del "contratto" con Satana ritrovato nell'abitazione di Claudio Tomaino, fermato per la strage di Caraffa

"Io sottoscritto Claudio Tomaino nato a Soveria Mannelli il 08.03.1977 mi impegno a donare la mia anima da morto e da vivo nel servire il grande maestro e signore del male Satana se lui s' impegna a darmi in cambio felicità denaro e lunga vita aiutandomi a non fare carcere ad eliminare zio Camillo e famiglia e a creare una famiglia con dei figli con Daniela la mia compagna e di rendere felice anche mia madre,e io in cambio per lui farò tutto quello che vorrà rinnegando per sempre Dio. In fede Claudio Tomaino, per accettazione Satana". Sul foglio su cui è stampato il contratto compaiono dei simboli satanici.

Edited by simonphenom - 30/3/2006, 15:28
 
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Nick the Toll
view post Posted on 30/3/2006, 14:34




CITAZIONE (simonphenom @ 30/3/2006, 15:25)
Ecco il testo del "contratto" con Satana ritrovato nell'abitazione di Claudio Tomaino, fermato per la strage di Caraffa

"Io sottoscritto Claudio Tomaino nato a Soveria Mannelli il 08.03.1977 mi impegno a donare la mia anima da morto e da vivo nel servire il grande maestro e signore del male Satana se lui s' impegna a darmi in cambio felicità denaro e lunga vita aiutandomi a non fare carcere ad eliminare zio Camillo e famiglia e a creare una famiglia con dei figli con Daniela la mia compagna e di rendere felice anche mia madre,e io in cambio per lui farò tutto quello che vorrà rinnegando per sempre Dio. In fede Claudio Tomaino, per accettazione Satana". Sul foglio su cui è stampato il contratto compaiono dei simboli satanici.

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assurdo...

Cosenza, una strada intitolata al grande politico calabrese
Chi l'ha costruita, però, ha barato. E ora si litiga
Sotto l'asfalto immondizia
la guerra di viale Mancini


Sotto l'asfalto? Immondizia. Bidoni, bidoncini, cartacce, bucce di banane, contenitori di tavernello, cellophane dei crackers Saiwa, telefoni rotti, vecchi pezzi di lavatrici e scaldabagni. Nel verbale della Procura il ritrovamento è riassunto così: "rifiuti vari e materiale tipico di discarica nonché sostanze organiche".

Tutto si può se gli uomini hanno talento. A Cosenza, che talento ce n'è da vendere, hanno pensato bene, forse per aggredire l'annosa questione rifiuti, di imbucare la "monnezza" sotto il viale. Il cemento costava troppo, la sabbia e le pietre pure. Così, pur di far risparmiare quattrini allo Stato, l'impresa aggiudicataria dei lavori del secondo lotto, una bretella di collegamento del centro città con la periferia, ha sostenuto con la "monnezza" l'asfalto.

C'è da aggiungere purtroppo che il cartone è meno duro della pietra e dunque, dopo poco tempo, una voragine si è aperta, poi un marciapiedi ha ceduto, infine è intervenuta la magistratura. Da oggi la strada è chiusa.

La strada. La strada è l'ultimo ricordo che Giacomo Mancini, il più amato dei politici calabresi, il socialista di ferro che ha conosciuto ai più alti livelli i palazzi romani, ha voluto lasciare ai cosentini. L'opera non riuscì a vederla conclusa prima di morire. Ma i suoi concittadini, riconoscenti, hanno chiamato viale Mancini quella strada. Sognata per anni, utile davvero. Grazie.

Tre chilometri e mezzo di lunghezza, doveva ridurre la pressione delle auto nel centro storico e sviluppare il tragitto più breve verso i sobborghi, verso l'autostrada e gli altri centri della provincia. L'opera è progettata dai tecnici comunali e costa 18 milioni di euro. Il primo lotto (del valore di due milioni di euro) viene realizzato nel '99, il terzo e ultimo lotto (10 milioni di euro) viene chiuso e consegnato alla città nel 2002.

Per due anni le auto sfrecciano ed è un piacere vederle finalmente sprintare. Niente traffico, niente vicoli e niente multe. Poi, ehm, il problema... E' il primo aprile dell'anno scorso. La strada si affloscia improvvisamente. Un buco profondo un metro. Una voragine vistosa e incomprensibile. Sembra un bellissimo pesce d'aprile, ma non lo è. Corrono tutti a vedere.

L'amministrazione comunale si allarma, la magistratura interviene e mette i sigilli. Chiama dei tecnici che iniziano a fare le prove di carico e il carotaggio. Verificano che la strada è simile a una mozzarella. Dunque, i primi provvedimenti vengono presi: la strada lunga tre chilometri e mezzo si accorcia di uno. Chiuso al traffico il tratto mediano. A settembre cede un marciapiede. I tecnici comunali, i progettisti dell'opera iniziano a sudare e impaurirsi. Il Municipio manda degli operai a metterci qualche pezza di bitume e a sperare che non succeda più nulla.

Sei mesi fa iniziano i lavori urgenti, con la vanga e con la pala puntano a capire cosa diavolo sia successo. E cosa è successo? Kinder brioss. Confezioni (vuote per fortuna) di merendine, cartoni, anche suppellettili, mobiletti, fuochi a gas. Insomma, scrivono gli inquirenti, nella pancia di questo viale - eccezion fatta per il dovuto e il necessario - c'è di tutto: "rifiuti vari, materiale tipico da discarica nonché sostanze organiche".

Giacomo Mancini è nella tomba, per sua fortuna. Non sa quello che gli hanno combinato. Alcuni cosentini, di opposto parere, pensano al contrario: lo scherzetto è del politico defunto che sul finire della sua vita ha consegnato ai figli il viale taroccato. Rifiuti al posto del cemento, cartone invece che pietre.

Scoppia il putiferio. I giornali cittadini (Quotidiano di Calabria e Calabria Ora) incalzano, indagano, denunciano. La Procura ascolta e mette sotto inchiesta l'associazione di imprese Siles and Company, autrice dei lavori. Poi torchia le altre ditte che hanno realizzato gli altri lotti, l'ultimo dei quali aggiudicato con un ribasso monstre del 36,591 per cento.

C'è odore di megatruffa e di megabustarelle. Si scopre che la strada di cartone non è stata mai sottoposta a collaudo, obbligatorio per legge. La strada di cartone viene totalmente chiusa due giorni fa, proprio nel quarto anniversario della morte di Mancini. La politica che fa? Ah, al solito: velenose zampate in faccia. L'uno contro l'altro, ma il ring è solo quello con le insegne del centrosinistra. Che in Calabria è se possibile ancora più diviso e più nemico di sé .

I diessini hanno litigato a morte con il gruppo ex alleato sopravvive nel nome di Mancini e che oggi è guidato dal nipote di Giacomo, Giacomino. Oggi lo accusano: "Le perizie ordinate dalla magistratura hanno dimostrato senza ombra di dubbio che il Viale è stato realizzato al di fuori di ogni norma e al di fuori di tutte le regole previste dalle leggi sui lavori pubblici. Un'opera assolutamente inservibile e affonda nelle voragini e nei rifiuti. Altro fatto certo e inequivocabile è che l'opera è stata realizzata da tecnici appartenenti al ristretto gruppo manciniano che ne rivendica completamente e pienamente la paternità attaccando la magistratura con gli stessi argomenti spesso usati dal Cavaliere Berlusconi".

Giacomino Mancini, deputato eletto cinque anni fa nelle file dei Ds e che oggi invece sta con la Rosa nel Pugno risponde con questa amichevole considerazione: "I furbetti del botteghino, che hanno dimostrato di essere incapaci di governare, adesso godono nel vedere la città in ginocchio. Noi, che invece amiamo Cosenza, prendiamo formale impegno con tutti i cosentini che il primo atto del Sindaco della Rosa nel Pugno sarà la riapertura del viale, non sperperando i finanziamenti che i professionisti della distruzione hanno sottratto alla comunità".

Il traffico è in tilt ma la corrida è iniziata e promette spettacolo di altissimo livello.
 
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Nonna lenta ad attraversare,multata
L.A., poliziotto: "Intralcia traffico"
Intralciava il traffico con il suo passo lento e affaticato, anche se si trovava sulle strisce pedonali ed il semaforo era verde per i pedoni. Così un "solerte" agente di polizia ha visto bene di multarla perché troppo lenta ad attraversare la strada. Protagonista della vicenda una vecchietta di 82 anni, finita nel mirino della polizia a Los Angeles. Ora dovrà pagare 114 dollari.

Mayvis Coyle, 82 anni, armata di bastone, stava per attraversare la strada una volta scattato il verde per i pedoni. L'andatura però, vuoi l'età e gli acciacchi, non le aveva permesso di farcela ad arrivare all'altro marciapiede prima che il semaforo si facesse di nuovo verde per le macchine.

Dall'altra parte della strada ad attenderla c'era un impietoso poliziotto che, con l'accusa di aver bloccato il traffico, le ha prontamente consegnato una multa di 114 dollari. "Preferisco pedoni arrabbiati, ma vivi" ha detto il poliziotto Mike Zaboski, della Valley Traffic Division, parlando della politica dura delle autorità contro i pedoni indisciplinati mirata ad abbassare l'alto numero di incidenti che li coinvolgono.
 
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Petgirl
view post Posted on 12/4/2006, 11:52




CITAZIONE (simonphenom @ 12/4/2006, 09:44)
Dall'altra parte della strada ad attenderla c'era un impietoso poliziotto che, con l'accusa di aver bloccato il traffico, le ha prontamente consegnato una multa di 114 dollari.

Aiutarla ad attraversare no, eh? :angry:
 
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view post Posted on 18/4/2006, 09:54


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Omissione soccorso: 7 mesi a prete
Genova, i parrocchiani lo "coprono"
Il tribunale di Chiavari (Genova) ha condanno un sacerdote 65enne dell'entroterra del Levante ligure, colpevole di omissione di soccorso nei confronti di un motociclista investito dal prelato. La pena, 7 mesi di reclusione, è stata trasformata in un anno e due mesi di libertà controllata e sei mesi di sospensione della patente. Ma c'è di più: a giudizio sono finiti anche cinque parrocchiani per falsa testimonianza.

Il sacerdote, don Emilio, è andato ben oltre il diritto alla menzogna che gli è riconosciuto e i testi della difesa, ovvero, alcuni suoi parrocchiani, hanno fatto dichiarazioni non veritiere nel tentativo di scagionare il parroco. Sono i concetti portanti della motivazione di sentenza di condanna (numero 4/06) comminata dal giudice Mauro Amisano. Gli atti relativi ai cinque testimoni a favore del prete, invece, sono stati inviati alla procura della repubblica presso il tribunale di Chiavari al fine di procedere nei loro confronti per falsa testimonianza.

Il sacerdote era difeso dall'avvocato Federico Penco del foro di Genova. Ma forse, per ottenere l'assoluzione, don Emilio avrebbe dovuto rivolgersi a qualcuno più in alto...
 
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view post Posted on 26/4/2006, 14:09


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senza parole perchè è riuscito a farsi beccare...dilettante

repubblica.it

Carlo Turino, presidente del consorzio industriale, colto
in flagrante dai carabinieri: tangente da un imprenditore locale

Crotone, intasca una 'bustarella'
arrestato esponente di An

CROTONE - Il presidente del consorzio per l'area di sviluppo industriale di Crotone, Carlo Turino, è stato arrestato con l'accusa di concussione in flagranza di reato dai carabinieri del reparto operativo del comando provinciale. L'arresto di Turino, 54 anni, esponente di Alleanza Nazionale, sarebbe avvenuto poco dopo aver ricevuto una 'bustarella'.

Secondo gli inquirenti, la tangente sarebbe stata pagata da un imprenditore che opera nel trattamento dei rifiuti, come compenso per un 'servizio' reso dal consorzio industriale. A quanto se ne sa, si sarebbe trattato della riduzione del costo dell'uso del depuratore del Consorzio di sviluppo industriale di Crotone.

Il capitano Paolo Storoni, comandante del reparto operativo, ha rivelato che la consegna della busta, che stando alle indiscrezioni conteneva circa mille euro, è stata filmata. E' avvenuta lungo la statale 106 jonica nell'area di un distributore dismesso nella zona industriale di Crotone.

L'ufficiale dei carabinieri ha precisato che dall'autunno scorso era in corso un'indagine che prevedeva il "monitoraggio" di una decina di imprenditori crotonesi. L'attività investigativa era iniziata dopo che agli inquirenti era giunta voce di generiche lamentele da parte di esponenti del mondo produttivo.

Storoni non ha escluso la possibilità che nei prossimi giorni altre persone possano essere indagate per un episodio che non sarebbe comunque isolato. Secondo quanto reso noto dai carabinieri, Carlo Turino, al momento dell'arresto ha fatto alcune dichiarazioni che sono secretate. Nei prossimi giorni si terrà l'udienza nel corso della quale il giudice dovrà decidere se convalidare o meno l'arresto di Carlo Turino che è noto per il suo passato da sindacalista ed è stato, fra l'altro, capogruppo di An in consiglio comunale.
 
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