CITAZIONE (Andy Capp @ 7/7/2008, 13:11)
... Riesce difficile chiamare “progresso” la costruzione di una società all’interno della quale si corre il rischio di mangiare inconsapevolmente poltiglia marcescente per compiacere le multinazionali ...
... Così come riesce difficile concepire un progresso che rischia di toglierci ogni dignità
Assistiamo oggi a un
gigantesco equivoco:
che è quello di associare la crescita economica e lo sviluppo tecnologico al progresso civile e intellettuale ("intellettuale" inteso come "emotivo-mentale") della società.
E' proprio il contrario.
Ossia, al progresso economico fa
inevitabilmente seguito il deperimento dell'etica (e scrivo
volutamente "etica" perchè associo, viceversa, la morale ad una serie di regole formaliste e politically correct che,
personalmente, reputo parecchio fastidiose).
La
"poltiglia marcescente" la mangiano i poverissimi dell'India (e di qualche altro Paese)
consapevolmente e perchè
non hanno scelta.
Capita, tuttavia, di mangiarla
per scelta anche in Italia. E non è appannaggio dei reietti.
Esempio: a fine anni '90, quando lavoravo a Milano, ho scoperto l'esistenza di un posto nei dintorni di Viale Monza. Era una sorta di discount che vendeva pasta, biscotti, scatolame, tutti quei prodotti, insomma, più difficilmente deperibili.
Piccolo particolare: erano
scaduti.
In realtà si potevano consumare ancora per mesi ed erano in vendita a prezzo stracciatissimo, ma la data sull'etichetta era assai vecchiotta!
Ebbene: dell'esistenza di questo "discount" sono venuta a sapere
non da barboni,
non da poveri disoccupati senza una lira, bensì
dai titolari dell'azienda per cui lavoravo. Che compravano lì allorchè invitavano a cena numerose persone!
In questo modo, offrivano ai loro ospiti pasta secca artigianale di marca extra-lusso acquistata a costo inferiore di quella di sottomarca e per giunta
scaduta, condita con sughi pronti di qualità super ma
scaduti anche quelli. A cui magari faceva seguito bresaola della Valtellina sottovuoto
scaduta con scagliette di grana
scadutissimo. E così via.
Credo che quel posto abbia chiuso da tempo, ma nella zona era arci-noto
a tutti e
non erano solo i più indigenti a farvi la spesa.
Il che significa che
consumatori che non ne avevano alcun bisogno contribuivano al benessere di questo mercimonio di schifezze.
In tutta onestà, con una mia amica, ci andai anch'io. Non comprai nulla perchè possiedo (grazie al Cielo e
per ora) una specie di freno inibitore che mi impedisce di mangiare qualsiasi alimento anche se scaduto da un solo giorno. Potrebbe persino trattarsi di salmone norvegese, ma faccio favorire i miei gatti, piuttosto!
Edited by marianna69 - 8/7/2008, 09:52