IERI OGGI & DOMANI

Fabrizio De André, un grande del novecento oltre retoriche, agiografie e luoghi comuni

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view post Posted on 2/2/2006, 13:40
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Corsaire retraité

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Riprendiamo qui, lo spin-off nato da un paio di post sul topic dei Dischi Volanti.

la questione é:

"Quale importanza ha la musica nella produzione discografica di De André, soprattutto nel primo periodo ?"

Ricordo che, alla morte di Fabrizio, Dalla ebbe a dire che era stato un grande poeta, ma musicalmente, di suo e di originale c'era ben poco.
Parliamone.....

Edited by surcouf - 2/2/2006, 13:42
 
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view post Posted on 2/2/2006, 13:46


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poeta...non è un cantante su...direi piuttosto un narratore...
 
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qwfwq
view post Posted on 2/2/2006, 13:51




sì....parliamone
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view post Posted on 2/2/2006, 17:36
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Corsaire retraité

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CITAZIONE (simonphenom @ 2/2/2006, 13:46)
poeta...non è un cantante su...direi piuttosto un narratore...

Simon, investito per osmosi camalla, di carica cavalleresca dell'Ordine della Lanterna ti censuro ! Paragonare la voce di DeAndré a quella di un narratore !Che la musica delle sue composizioni, prima del periodo Pagani e soprattutto prima della Buona Novella, fosse standardizzata su canoni da chansonnier (Brassens) é chiaro, così come é chiaro che rientrava anche nei canoni della scuola ligure di Paoli, Bindi, ecc.. anche con punte molto alte (Amore Che Vieni...) e, seppur alla lontana, si ispirasse anche a musica popolare (ma d'altronde la canzone italiana da lì arriva...).
Detto questo, associare le interpretazioni di DeAndré a quelle di un Alberto Lupo.... torna più preparato, prima che arrivi il rettore...

Edited by surcouf - 2/2/2006, 17:57
 
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view post Posted on 2/2/2006, 17:48
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Trafficante di sogni

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Cantante, poeta, narratore e - grazie all'apporto di ottimi arrangiatori - anche musicista.

In tutte le accezioni un grande inarrivabile, con buona pace di Dalla.

Al di là della passione inalterabile, credo che una canzone sia, la maggior parte delle volte, un riuscito mix tra musica e parole. Solo in alcuni casi si ottengono buoni/ottimi risultati musicando un testo già esistente (Le foglie morte, Confessioni di un malandrino) e comunque il testo richiede di essere riadattato ad una metrica che magari non è quella originale.

Il contrario è ancora meno frequente, mi viene in mente giusto la versione di Noah di "La vita è bella".

I testi di Fabrizio difficilmente avevano bisogno della London Simphonic Orchestra per raggiungere quella pienezza che si chiedeva alla sua musica.
 
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view post Posted on 2/2/2006, 18:32


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CITAZIONE (surcouf @ 2/2/2006, 17:36)
CITAZIONE (simonphenom @ 2/2/2006, 13:46)
poeta...non è un cantante su...direi piuttosto un narratore...

Simon, investito per osmosi camalla, di carica cavalleresca dell'Ordine della Lanterna ti censuro ! Paragonare la voce di DeAndré a quella di un narratore !Che la musica delle sue composizioni, prima del periodo Pagani e soprattutto prima della Buona Novella, fosse standardizzata su canoni da chansonnier (Brassens) é chiaro, così come é chiaro che rientrava anche nei canoni della scuola ligure di Paoli, Bindi, ecc.. anche con punte molto alte (Amore Che Vieni...) e, seppur alla lontana, si ispirasse anche a musica popolare (ma d'altronde la canzone italiana da lì arriva...).
Detto questo, associare le interpretazioni di DeAndré a quelle di un Alberto Lupo.... torna più preparato, prima che arrivi il rettore...

ok...non sono il camallo e me ne vanto...quindi ipotizziamo che de andrè abbia fatto 300 canzoni...quante veramente sono cantate? e quante invece raccontate? essù.... wink.gif
 
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Amissa_83
view post Posted on 2/2/2006, 19:12




Premetto che sono estremamente di parte....adoro De André, forse perché m'hanno tirato su tra latte pappette e le sue canzoni happy.gif!
Un poeta senz'altro, un cantante forse non pienamente, se vogliamo intendere il termine come doti vocali estreme...resta comunque un grande e le sue canzoni..la maggior parte...sono per quanto mi riguarda delle opere d'arte.
Testi profondi e, nel suo piccolo, rivoluzionari...diciamocelo..non la mandava a dire a nessuno...
La musica é arte e in quanto tale non conta solo la tecnica, contano molto di piu' il sentimento, la passione, quello che riesce a trasmettere a chi l'ascolta e l'armonia che si riesce a trovare tra testo e note: da questo punto di vista é a mio parere assolutamente inarrivabile.
Forse é vero, forse é piu' un poeta che un cantante, ma é anche vero che la poesia é musica di per sé...
 
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view post Posted on 2/2/2006, 19:19


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CITAZIONE (Amissa_83 @ 2/2/2006, 19:12)
Testi profondi e, nel suo piccolo, rivoluzionari...diciamocelo..non la mandava a dire a nessuno...

e chi l'ha mai negato...adoro i suoi testi...certo chiamarlo cantante mi sembra eccessivo...meglio menestrello forse biggrin.gif

Edited by simonphenom - 2/2/2006, 19:20
 
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Amissa_83
view post Posted on 2/2/2006, 19:37




Menestrello??? Cercando con immenso sforzo di far tacere la mia adorazione e, di conseguenza, la mia indignazione per questa semplicistica ed irrisoria definizione (biggrin.gif)...facciamo che ci si incontra a metà strada...forse si puo' in parte risolvere il problema mettendolo nel girone che gli compete, che non é quello dei cantanti di per sé, ma quello dei cantautori....se definiamo de Andè un menestrello allora dobbiamo togliere dalla definizione di cantante anche gente come De Gregori e similari...se poi andiamo a vedere chi di questi tempi viene definito "cantante"...no comment
 
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L'Aquila
view post Posted on 2/2/2006, 22:38




Salve a tutti!
Premetto che per me De Andrè è "l'inarrivabile", l'assoluta umanità, un grande maestro di vita .. ma sarò altrettanto assolutamente equilibrata (bah.... diciamo piuttosto che non riesco a capire come si possa muovergli una qualsiasi critica..)

RIcordo che in un'intervista su Faber, la Pivano disse che ciò che la colpì in modo quasi violento, fu la sua voce.. dice "da innamorarsene" e non mentre cantava, ma proprio mentre le parlava.

Voce potente, con un personalissimo modo di pronunciare certe parole, dizione praticamente perfetta.
Ma un cantante, nel modo comune di intenderlo no. Sicuramente un poeta: di rottura, supportato da una coscienza ed una sensibilità profondissime. Lui stesso definiva "balbettio" la musica che scriveva, musica cambiata con l'incontro con la PFM.

Narratore? .. beh ha sicuramente narrato la nostra società e l'essere umano in generale, se è così che si vuole intendere il termine.
 
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view post Posted on 2/2/2006, 23:50


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CITAZIONE (Amissa_83 @ 2/2/2006, 19:37)
Menestrello???

dici di no? eppure se prendi che ne so...bocca di rosa...la canzone di marinella...don raffaè...direi che non ho detto proprio una belinata (e intanto latita e questo mi spaventa)... biggrin.gif
 
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Amissa_83
view post Posted on 3/2/2006, 00:21




va bhé, ha uno stile particolare, influenzato da città e persone, ed é anche questo che lo caratterizza e lo rende unico...da una parte un velo di malinconia onnipresente, dall'altro musiche spesso da festa del paese...alla fine molte delle sue canzoni le si puo' prendere come una satira sociale e le musiche sono appropriate allo scopo....
 
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view post Posted on 3/2/2006, 14:03
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Dicamo che il fatto che il lavoro mi porti via per qualche giorno non giustifica le belinate fenomenali che mi è toccato leggere, e come tale mi limito ad un blando cartellino giallo, che potrebbe essere sostituito non dico da quello rosso della bannatura rosso ma da un intervento delle unità speciali camalle contro l'Opel Astra del soggetto, il guidatore psicotropofilo stesso e in ultimo contro il suo spacciatore di riferimento, sì da tagliargli i riferimenti di sostanze che evidentemente inducono in lui, in aggiunta all'usuale inconsistenza critica ed esistenziale, la tendenza a straparlare.

Detto questo...

La storia della voce di Faber potrei liquidarla semplicemente con i riconoscimenti di tutti gli artisti che hanno lavorato con lui, e non ci sarebbe già più partita: Mina ebbe a definirlo come la voce maschile italiana migliore che avesse incontrato nella sua carriera, e Mauro Pagani, nella presentazione della sua “Creuza de Ma’ 2004”, quasi ad anticipare le critiche (giune poi puntualmente” ebbe a dire che la voce di De Andrè non aveva eguali in Italia. Aggiungo io : la bellezza straordinaria di alcuni suoi brani è tale anche per l’intepretazione vocale del suo autore, che ne inibisce, di fatto, la possibilità di cover particolarmente brillanti.

Io mi stupii, in particolare, dello stupore che proprio con “Creuza de ma’” alcuni manifestarono
sulle “inedite” qualità espressive nella vocalità dell'artista. Banalmente: quella di Faber è una grande vocalità, che ha semplicemente seguito le tappe di sviluppo della sua musica. Agli esordi lui e Guccio importarono, di fatto, un solido riferimento alla canzone d’autore francese che richiedeva quel modo di cantare e non un altro (ma “menestrello”- che sciocchezza- non fu mai neppure allora), ma fissarsi a quell’impostazione sarebbe come pensare a Paul Mc Cartney mentre sbraitava “She Loves You” dimenticandosi delle ballate del periodo finale dei Beatles.
Il seguito fu un’evoluzione costante e proprio all’ineguagliabile “Creuza” voglio riferirmi: trovatemi una voce italiana che sappia cantare “Sidùn” come Faber e poi, eventualmente, ne potremmo parlare.
 
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view post Posted on 3/2/2006, 14:14


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vabbè ma te non fai testo...la definizione di mina ci può stare ma come tono di voce e non come cantante...per me cantare vuol dire altro...ripeto che non metto in dubbio il genio di faber e i testi stupendi ma bensì le tonalità delle "canzoni" se tali si possono chiamare...

detto questo la mia astra l'hanno già rigata in troppi...e poi non mi banneresti mai orsacchiottone...eheheh
 
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view post Posted on 3/2/2006, 15:38
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Corsaire retraité

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vogliamo tornare all'argomento ?
perché non della qualità vocale di DeAndré si discute, ma della qualità della musica delle sue opere, in particolare del primo e meno innovativo periodo.
Personalmente ritengo che il rapporto di importanza e qualità tra testo e musica era inizialmente di 7 a 3. Col passare del tempo e le giuste frequentazioni (oltre all'evoluzione personale) si é arrivati a un bell'equilibrato 5 a 5 ed oltre (ossia un'amalgama ottimamente riuscita che non si può più scindere).
 
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