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Inizia come un poliziesco, vira sul genere giustiziere/Rambo, ma il finale é piuttosto originale e spiazzante, se paragonato allo svolgersi della trama. Ormai i francesi vogliono rubare il genere agli statunitensi: a volte ci riescono, altre meno. quì siamo nel primo caso, imho. CITAZIONE (condor57 @ 13/3/2023, 13:43) EMPIRE OF LIGHT (2023) di Sam Mendes, con Olivia Colman e Michael Ward. Film non di "pronta beva", cosa abbastanza comune ai lavori di Mendes. La storia in breve: agli inizi degli anni '80 si incrociano una donna non più giovane con problemi mentali transitori e un giovane nero proveniente da Trinidad che subisce il pesante razzismo di quegli anni (nascita del Front National, con gli squadristi skinhead in vespa; tatcherismo imperante, ecc.). Di contorno, vari personaggi che danno ulteriore senso alla narrazione, soprattutto il proiezionista, Toby Jones (quasi l'intera storia si svolge all'interno di un cinema in una località di mare nel Kent).
L'approccio alle diversità non è retorico, semplicemente narrativo ma non distaccato, anzi l'empatia funziona. La Colman, come quasi sempre, è attrice di grande spessore, con una mimica facciale in grado di esprimere al meglio le sensazioni.
Secondo me, un film che va visto anche se non necessità del grande schermo. Visto e piaciuto, anche se la seconda parte é più artificiosa della prima parte, che mi ha ricordato qualche titolo della cinematografia UK degli anni 80
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