Camallo 19, tutto quello che c'è da dire

Parto da questa frase camallica, che per sua disgrazia è incredibilmente vicina al vero, in una notte, una delle tante di questo periodo in cui non riesco a dormire... sembra l'incipit di un discorso serio, per quanto io capace di farli, ed invece ( o forse lo è? )
Lo sapremo solo vivendo nel frattempo ...

J'ACCUSE!!!

Si, IO ACCUSO il Camallo di averci voluto tenere sulle spine per un ricovero che si è prolungato in ospedale oltre i limiti di una normale...degenza, praticamente oltre il senso del comune pudore.

IO ACCUSO il Camallo di avermi propinato dati che sarebbero stati perfetti per la rappresentazione di un'onda sinusoidale in una lezione di fisica e che invece spacciava come veri, truccandoli personalmente, ancor prima che a me, ai medici che lo andavano a visitare.
Quei dati non erano reali perchè la sua condizione non era certo quella drammatica che paventava e distribuiva copiosamente all'attenzione di tutti.
Non chiedetemi quando, e non chiedetemi come ci riusciva; probabilmente si avvaleva di uno dei suoi mefistofelici trucchi imparati frequentando, sin da piccolo, la dirigenza di una losca congrega dedita soprattutto al cricket.
Chiedetemi piuttosto il perchè! Per ogni accadimento c'è un movente e questa volta non è stato facile scoprirlo.

Mi sono sempre chiesto, a fronte di qualche debolezza palesata dal Camallo nei messaggi a me indirizzati, se ci fosse stato un motivo per agire in maniera apparentemente così poco consona. Da un ricovero ospedaliero in genere si cerca di rifuggire non appena possibile, di mettere un piede davanti all'altro ed avviarsi verso l'uscita, di apporre mille firme per tornare a casa non appena le condizioni fisiche, appena passabili, lo avrebbero consentito.
Invece il Camallo truccava le carte per restare li dentro, il covido!

Non ne sarei mai venuto a capo e probabilmente sarebbe riuscito a celare le motivazioni della sua misteriosa e lunghissima degenza se non fosse stato per un suo piccolo peccato d'orgoglio.
Una volta che persino il primario del reparto di pneumologia dove si era rifugiato, perchè in quello precedente ormai tutti stavano facendo di conto e la cosa cominciava a puzzare anche all'omino delle pulizie, gli aveva annunciato che lo avrebbe dimesso senza se e senza ma dopo soli 4 giorni (evidentemente erano dottori più specializzati che altrove), il Camallo ha dovuto rassegnarsi e pertanto ritornare tra gli affetti familiari di sempre. La verità non sarebbe mai uscita, ma guai a sottovalutare il fatto che "I SOCIAL HANNO MECCANISMI CHE ANCORA NON SI PUO' PENSARE DI GOVERNARE".
Sono parole sue, parole gettate senza filtri e quindi parole veritiere.

Lui ha postato su facebook il resoconto del suo "calvario" giustamente elogiando la sanità pubblica e il special modo il reparto infermieristico.
A onor del vero un suo messaggio che aveva scritto qui per noi, e che anticipava quello poi emendato su Facebook, conteneva una frase rivelatrice che nell'altro aveva cancellato (... Un'infermiera, in aperto riferimento polemico a un paziente insopportabile che avrei dimesso a calci nel culo, mi dice "eh, pazienti come te ce li manda il Signore"...), una rivelazione che oserei paragonare agli intendimenti di un serial killer che getta indizi inaspettati agli investigatori nella speranza di essere scoperto e fermato.

Ebbene lui non poteva saperlo ma il suo post su Facebook è diventato virale con millanta condivisioni, likes e soprattutto...commenti.Per me è stato un duro lavoro leggerli tutti ma ho dovuto farlo per spirito di ricerca della verità cui noi tutti tendiamo. Ecco quindi che tra la moltitudine sono attratto da questo commento che occulto perchè sono contenuti poco adatti ad una diffusione popup, ma voi ci potete cliccare sopra...
https://drive.google.com/file/d/14M_opNv5X...iew?usp=sharing

Insospettito da tanta partecipazione emotiva mi sono premurato di ricercare una foto del soggetto e comprovante del movente che ha indotto il Camallo ad architettare il prolungamento della sua degenza e devo dire che poche altre evidenze possono dichiararsi così decisamente inappellabili.
https://drive.google.com/file/d/1bcv8uLOTN...iew?usp=sharing

Penso di poter affermare che non vi possano essere dubbi a riguardo.
Il fatto che poi il messaggio del Camallo spacciato su facebook e riferendosi al personale medico femminile termini con: "Vorrei ringraziarli tutti, uno per uno, e invece li incontrerò per strada senza poterli riconoscere, per via delle protezioni indossate..." è da considerarsi un'aggravante. In aggiunta alla faccia tosta in grado di rilasciare una simile dichiarazione rilevo anche la misera manovra di occultamento nella poco riuscita permuta dal genere femminile al genere neutro, in un goffo tentativo di ulteriore depistaggio.
Chiedo a voi, il massimo della pena.

Beh questi sono dettagli da sviscerare, ma direi che non sei andato molto lontano dalla verità

Ti capisco Glauco, tutto ciò sembra poco rispettoso per la situazione reale del mondo esterno che conta morti e martiri e sotto questo profilo mi sento di darti perfettamente ragione e tu sai come l'abbiamo vissuto giornalmente questo calvario del camallo. Il fatto però che MIchele sia tornato a casa e che in qualche modo stia cercando la normalità ferocemente perduta in un paio di mesi, mi permette forse di dire che nel nostro piccolo spazio privato, quello dove non ci legge nessuno se non noi che ci conosciamo da parecchi anni e che abbiamo sofferto e condiviso avversità anche importanti che ci hanno profondamente segnato, possiamo forse dar sfogo ad una piccola celebrazione tutta nostra, nel pieno rispetto del nostro spirito un po' guascone e un po' goliardico che ha sempre contraddistinto questo forum.

Si penso anche che sia la straordinaria tranquillità che ti ha permesso di scrivere su un calvario mica da ridere e la valenza che, al netto delle nostre boutade, hai saputo conferire al sistema sanitario pubblico, in qualche modo rincuori le persone stanche di proclami, messaggi urlati e schieramenti di parte in un contesto in cui nessuno può sentirsi depositario della verità. E' bello leggere di qualcuno che ce l'ha fatta e che in prima persona racconti in una paginetta senza orpelli la valanga di stati emozionali diluiti in due mesi, ed è bello essere rassicurati che un servizio pubblico tanto prezioso, quanto vilipeso, possa ancora oggi dire la sua in modo così determinante.

Anche se non posso avere la certezza matematica non credo però di essere stato contagiato