dissento sentitamente. Prima stagione strepitosa, poi due pessime, una che non ho visto nauseato da 2 e 3, e ora la 5 che invece è buona.
Ti dirò che, fino a Il Grande Lebowsky, consideravo i Cohen un'assicurazione sul biglietto del cinema. Poi, la scelta della stupidità come elemento ricorrente (e per non dire ossessivo) della loro narrazione, mi ha fatto mollare l'osso.
dissento sentitamente. Prima stagione strepitosa, poi due pessime, una che non ho visto nauseato da 2 e 3, e ora la 5 che invece è buona.
Ti dirò che, fino a Il Grande Lebowsky, consideravo i Cohen un'assicurazione sul biglietto del cinema. Poi, la scelta della stupidità come elemento ricorrente (e per non dire ossessivo) della loro narrazione, mi ha fatto mollare l'osso.
se non ti piace nemmeno Fargo film, capisco. Però devo dire che la prima stagione del serial la trovai superiore al film. E poi non si tratta di stupidità, i personaggi sono dei balordi, ma se ne incontrano tanti nella vita reale... anche qui ne abbiamo avuti un bel campionario.
Uno Spaghetti Western nel senso vero del termine. Nonostante di recente alcune fiction USA di genere Western siano state grandiose (Hell on Wheels, Godless, 1863...) lo stile italiano è diverso, inequivocabilmente. Io ho identificato 4 parametri, ma forse ce ne sono altri.
1. La regia. Il senso dell'inquadratura, i tagli, i particolari, le luci, le riprese dall'alto sono diversissimi. E qui sono davvero fatti benissimo. I richiami a Leone sono tanti, voluti. 2. La violenza confina con lo splatter, ma con un tocco di grottesco che sottintende anche dell'umorismo. Non che i telefilm USA siano privi di violenza, ma è trattata in altro modo. 3. I personaggi. Sempre sbandati, come per gli americani. Ma questi sono sbandati davvero fuori di testa e con storie personali parecchio originali. 4. Il tema della violenza subita in giovane età (spesso su familiari), che porta alla vendetta---- di derivazione Sergio Leone. Qui non si può dire originale, ma anzi scontato e quasi obbligatorio
Aggiungici una musica dei titoli di testa mutuata da The Hateful Eight (con un tocco di Gustav Holtz via King Crimson/in the wake) e il tutto merita la visione.
Volutamente incompiuto in attesa della stagione 2.
La storia incredibile (per convincermi che fosse vera sono andato a spulciare su wikipedia) di Eli Cohen, da modesto impiegato a spia israeliana di altissimo livello. Miniserie ben fatta, ben ambientata, ottimamente interpretata e, soprattutto, avvincente. Su Netflix
La storia incredibile (per convincermi che fosse vera sono andato a spulciare su wikipedia) di Eli Cohen, da modesto impiegato a spia israeliana di altissimo livello. Miniserie ben fatta, ben ambientata, ottimamente interpretata e, soprattutto, avvincente. Su Netflix
La storia incredibile (per convincermi che fosse vera sono andato a spulciare su wikipedia) di Eli Cohen, da modesto impiegato a spia israeliana di altissimo livello. Miniserie ben fatta, ben ambientata, ottimamente interpretata e, soprattutto, avvincente. Su Netflix
THE PATIENT interessante, vedibile, ben recitato ma parecchio cupo e direi un po' lento (ma ci sta dato il tema) voto 6
YOU DON'T KNOW ME se uno accetta il paradosso dell'accusato di omicidio che si difende da solo raccontando ai giurati tutta la vicenda (4 puntate lunghe) nei minimi particolari, è un bel serial. Il finale sfuggge ai luoghi comuni di questo tipo di narrazione, il che spiazza ma è un merito. voto 7
A MURDER AT THE END OF THE WORLD quello dei tre che mi ha convinto di più, ambientazione islandese+hi tech, un giallo a tutti gli effetti (anzi due gialli perché c'è anche un flashback) con parecchie implicazioni filosofiche-tecnologiche. Un paio di scene degne del grande cinema. voto 8