IERI OGGI & DOMANI

La tavola degli altri, (il cibo all'estero)

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view post Posted on 28/8/2010, 16:06
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Gutenberg

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CITAZIONE (surcouf @ 27/8/2010, 14:36)
CITAZIONE (Lady Juliet @ 27/8/2010, 12:36)
Il Pata Negra insieme al Beluga, alle Belon o Fines de Claires, all' Angus, al Kobe .... non c'è santo che tenga e che possa giustificare un prezzo così alto.

Infatti, per le Belon e le Fines de Claires, i prezzi in loco sono affrontabili da chiunque. Poi, se qualcuno ci specula e altri ci cascano.............. ;)

ricordo nel 2005 a Barcellona in un normalissmo ristorante del prosciutto Cabugo (là considerato migliore del Pata Negra) in menù a 25 euro: nonostante fossi spesata non l'ho preso, trovai il prezzo immorale !

Sono reduce dalle vacanze in Grecia: prezzi al rialzo dallo scorso anno e le solite voci in menù, standard e senza fantasia. Evidentemente nelle località turistiche si pensa solo...al turista e non ad accontentare palati fini.
Però qualità media più che discreta.
 
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Lady Juliet
view post Posted on 4/9/2010, 21:07




CITAZIONE (surcouf @ 27/8/2010, 14:36)
CITAZIONE (Lady Juliet @ 27/8/2010, 12:36)
Il Pata Negra insieme al Beluga, alle Belon o Fines de Claires, all' Angus, al Kobe .... non c'è santo che tenga e che possa giustificare un prezzo così alto.

Infatti, per le Belon e le Fines de Claires, i prezzi in loco sono affrontabili da chiunque.

Si certo, i prezzi in loco sono sempre più affrontabili (tranne che per i tartufi credo).
Però stiamo paragonando due prodotti diversi (Belon e ostriche in genere, e prosciutto spagnolo) , nel senso che uno (il pata negra) passa le fasi di lavorazione, mentre l'altro è un prodotto naturale. ... e come ben sappiamo ad ogni ciclo di trasformazione del prodotto, nel passaggio il prezzo del prodotto sale. perchè tutti ci vogliono guadagnare.



CITAZIONE
Chiaramente il prezzo di nicchia ( o a minchia, a secondo dei casi)

:lol: :lol: :lol: hai detto benissimo. se permetti anch'io lo definirò così il prodotto di nicchia. Perchè sembra davvero una presa per i fondelli.



CITAZIONE
é determinato da fattori che esulano dai costi reali (vedi l'esempio citato da F&J). Chiaramente se devo allevare un maiale di una certa razza, cibandolo solo di un particolare alimento naturale, lavorare le carni in un certo modo e solo in zone delimitate, il prezzo non può essere quello di un prosciutto fatto in Italia o Francia con suino olandese o ungherese, stagionato il minimo necessario e lavoratomediocremente (ne gira di quel tanto !!!! ).

secondo me, Sur, dietro a molti prodotti (per es, al "prodotto Pata negra") c'è solo un'operazione di marketing che possa giustificare (si fa per dire) il prezzo davvero stratosferico . il discorso su questo jamon iberico mi sembra in fondo molto simile a quello che abbiamo affrontato nel 3d sulla tauromachia per quanto riguarda la corrida. troppi interessi e giri di denari.

Personalmente, sono una sostenitrice dei prodotti italiani che dovrebbero - secondo me - essere sostenuti e difesi all'estero salvaguardandone nome, prezzo e genuinità. Cosa, a quanto pare, facile a dirsi ma assai difficile a farsi.
 
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view post Posted on 13/2/2011, 16:40
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Corsaire retraité

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Ieri, viaggetto nell'oltrepo pavese per fare scorta di spumante e rossi sinceri, siamo tornati in un localino dove gli affettati sono di casa ( siamo dalle parti di Varzi). Il tagliere iberico non é eccezionale perché il pata negra lo centellinano, ma sono rimasto stupito dal cocido (il prosciutto cotto) che ha un gusto eccezionale, essendo comunque ricavato dalle stesse bestie. Il tagliere nazionale é invece un tripudio di gusto e morbidezza.
Debbo dire che il gusto dei prosciutti iberici é comunque distintivo e lo trovo affascinante: a differenza dei nostri non si sente assolutamente l'odore di maiale, ma spicca quello vegetale del cibo che hanno consumato. Diciamo che un peccato di portafoglio lo si può dedicare comunque, a patto di trovarlo buono.

image

Nella foto: quadro di autore sconosciuto della scuola di Varzi. ;)
 
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view post Posted on 14/1/2013, 13:42
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Corsaire retraité

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Bello, il programma condotto da Jamie Oliver sul suo tour gastronomico alla scoperta delle influenze degli immigrati nella Gran Bretagna ! (su Gambero Rosso, con diverse repliche). Ignoravo della significativa comunità italo-gallese...
 
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view post Posted on 22/3/2013, 15:51
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Corsaire retraité

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Non ci sono né calorie né colesterolo che tengano:

jpg

quando una di queste prelibatezze vi si scioglie in bocca (come sta succedendo a me, ora), il vostro spirito aleggia felice su colline coperte di erica, baie accarezzate dalla schiuma delle onde e ragazze con la cuffia di pizzo che profumano di burro e ginestrone (che se Grenouille le avesse incontrate.....).

Se poi il vostro ideale é il carnevale di Rio, desistete. -_-
 
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view post Posted on 26/8/2014, 09:37
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Corsaire retraité

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Tutte le volte che entro in una panetteria/pasticceria oltreconfine, lancio un anatema ai panificatori italiani che oramai non sanno e/o vogliono fare del pane degno di questo nome, soprattutto a prezzi ragionevoli. Sarà poi così difficile o non resta più nulla tra una pagnottella di dubbia provenienza comprata sfusa al mercato (ma così a buon prezzo...) e un pane firmato dall'artista del momento che, in nome della tradizione e della genuinità, ti vende pizzette e pan di segale a prezzi di pasticceria ?
Idem per i croissant e le brioche: là sanno di burro perché così devono sapere, non importa se l'OMS benedice una dieta mediterranea sovente fatta di oli deodorati e mozzarelle alla diossina.
Forse, in qualche angolo d'Italia c'é ancora chi si comporta da galantuomo e panifica e vende con onestà e capacità, ma vi garantisco che dalle nostre parti sono una rarità o si fanno pagare manco fossero Cracco.
Risentire l'odore di pane e dolci uscire dai negozi, mi ha rinfrancato e vedere poi la fila ordinata che arriva al marciapiede di clienti in attesa del loro turno, ha rafforzato il mio sentimento positivo. ;)
 
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Tina?
view post Posted on 26/8/2014, 11:42




Ti confermo che in qualche angolo d'italia ti viene ancora voglia di comprare il pane, augurandoti di non svenire per il profumo!
 
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view post Posted on 26/8/2014, 12:50
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Corsaire retraité

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CITAZIONE (Tina? @ 26/8/2014, 12:42) 
Ti confermo che in qualche angolo d'italia ti viene ancora voglia di comprare il pane, augurandoti di non svenire per il profumo!

Immagino che al sud sia così, ma nelle grandi città e non solo, soprattutto qui, il pane ha tutto lo stesso (in)sapore. Credimi, non é un luogo comune: spesso e volentieri trovandoci in luoghi nuovi e attratti da qualche panetteria si compra qualcosa che alla fine risulta tutta della stessa materia (pare che ormai nessuno parta più da farina, acqua,sale e lievito, ma perlomeno ci si affidi alla miscela già pronta quando non al preparato congelato già impastato e con lievito chimico e grassi aggiunti). Non un solo pezzo di pane che abbiamo comprato giornalmente era men che buono, croccante e leggero. Anche quello sfornato dai supermercati, da noi solitamente tanto vario quanto mediocre, é apprezzabile e fresco. Per non parlare della pasticceria da asporto (croissant, brioche e tortine varie) che ha profumo e gusto che te li ricordi (da noi, sembra ormai che il burro sia veleno più che saporito condimento con cui sono spravvissute generazioni, quando basta consumarlo di buona qualità e con moderazione per avere meno calorie dell'olio e più gusto in certe preparazioni che non possono farne a meno).
E' la quantità statistica positiva che mi stupisce: quello che da noi é quasi eccezione là é regola.
E che dire del cofanetto di cartone decorato con il logo della pasticceria e col suo bravo manico da trasporto, in cui ci hanno messo una tortina al limone da 2 EUR grande poco più di un piattino da caffé ? Anche l'occhio vuole la sua parte....
 
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view post Posted on 26/8/2014, 13:46
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Gutenberg

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CITAZIONE (surcouf @ 26/8/2014, 10:37) 
Idem per i croissant e le brioche: là sanno di burro perché così devono sapere, non importa se l'OMS benedice una dieta mediterranea sovente fatta di oli deodorati e mozzarelle alla diossina.

il profumo delle boulangerie francesi non si dimentica facilmente, così pure il sapore dei croissants o del pain au chocolat. :wub: :wub:

I cornetti sono molto meglio dei nostri anche in Germania, da cui sono reduce. Capisci che sono surgelati ma senti bene il sapore del burro, che è ottimo.
Da noi impera l'olio di palma o altre schifezze peggiori, temo soprattutto per motivi di costi. :(
 
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view post Posted on 26/8/2014, 14:38
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Gutenberg

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Beh, qui a Trieste devo allora dire che siamo fortunati. Ci sono ottime panetterie, a prezzi accessibili, che panificano di tutti i tipi. Col tempo, inoltre, le panetterie centrali hanno affiancato anche l'attività di ristorazione; proprio accanto al mio ufficio c'è una panetteria che sforna di tutto, ed a pranzo non davvero che l'imbarazzo della scelta (pasrte e pastine comprese, di una squisitezza unica!).
Accidenti a voi, al solo leggere e scrivere di queste cose sarò ingrassato di qualche chilo..... :P
 
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Tina?
view post Posted on 26/8/2014, 17:57




Infatti, quando vengo su, constato che il pane è proprio una schifezza. Per fortuna, qui da noi, si prepapara ancora nel forno a legna, e nel panificio dove mi servo io, lo fanno di tutti i tipi: bianco, più o meno integrale, schiacciato, foccaccia, panini all'olio, grandi, piccoli, e ancora pizzette, biscotti, torte dolci e salate...
dal momento che di solito ci vado quando esco da scuola (è lì vicino) credo che prima o poi mi dovranno raccogliere da terra!
 
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view post Posted on 27/8/2014, 08:23


Linotipista

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CITAZIONE (Tina? @ 26/8/2014, 18:57)
Infatti, quando vengo su, constato che il pane è proprio una schifezza. Per fortuna, qui da noi, si prepapara ancora nel forno a legna, e nel panificio dove mi servo io, lo fanno di tutti i tipi: bianco, più o meno integrale, schiacciato, foccaccia, panini all'olio, grandi, piccoli, e ancora pizzette, biscotti, torte dolci e salate...
dal momento che di solito ci vado quando esco da scuola (è lì vicino) credo che prima o poi mi dovranno raccogliere da terra!

Confermo! Abbiamo panifici e forni (a legna e non) che sfornano ogni ben di Dio possibile ed immaginabile a prezzi ragionevolissimi.
I panini a due euro al kg; quelli integrali a circa 2,80 ed ai cereali a 3.00 euro.
Non mancano pezzi di pane di semola e grano duro cotti al forno al legna (ulivo!) che sono ottimi appena sfornati ma diventano perfetti il giorno dopo.... e poi focacce e pizzi di ogni genere; brioche col tuppo, cornetti di sfoglia e crostate con composte di frutta fatte a casa, di solito dalla proprietaria... E mignon pizzette di sfoglia e di pane, o rotolini con wurstel e paninini farciti di verdurine o olive o prosciutto...ideali per aperitivi.
Ovviamente non mancano le regine della tavola estiva salentina: LE FRISE! Di orzo, di grano, grandi, piccole, all'olio...
Insomma...una libidine del gusto che fa felici i dietologi della zona.
Passare davanti ad un forno, qui da noi...è pura estasi: il profumo "te mina an terra" (ti fa cadere per terra)!... :P
Ultimamente mio figlio ha trascorso diverse settimane a Milano ( e molto probabilmente ci si trasferirà per un anno)...e spesso mi chiamava per sapere i prezzi del pane per fare un confronto...lui lo pagava decisamente il doppio. Sorvolando sul sapore (che non c'era) e sulla consistenza: gomma!
 
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view post Posted on 27/8/2014, 08:30
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Gutenberg

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CITAZIONE (^scintilla^ @ 27/8/2014, 09:23) 
...Ovviamente non mancano le regine della tavola estiva salentina: LE FRISE! Di orzo, di grano, grandi, piccole, all'olio...
Insomma...una libidine del gusto che fa felici i dietologi della zona.
Passare davanti ad un forno, qui da noi...è pura estasi: il profumo "te mina an terra" (ti fa cadere per terra)!... :P

Confermo e sottoscrivo. Per mia fortuna (e per sfiga del dietologo! :P ) a duecento metri da casa mia c'è una bottega di pugliesi dove trovo il bendiddio, dal pane alle frise alla pasta, ai formaggi... Non è proprio regalato, ma sul cibo (almeno su quello!) posso ancora investire: va bene risparmi e sacrifici, ma quando siedo a tavola, almeno lì!, fatemi star da papa.
 
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view post Posted on 27/8/2014, 15:25
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Corsaire retraité

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CITAZIONE (^scintilla^ @ 27/8/2014, 09:23) 
..Passare davanti ad un forno, qui da noi...è pura estasi...

Interessante notare che molti fornai a Torino sono meridionali: o laggiù non erano buoni e se ne sono venuti qui o hanno dimenticato l'arte per adeguarsi al trend economico da rapina che ormai vige un po' dappertutto. ;)

Da notare che, se deroghi dalla normale pagnotta (invariabilmente con grassi aggiunti), il resto viene venduto a prezzi da boutique: non parliamo di focacce (al cloro), briosce (che sembrano orsetti Haribo) e grissini straunti che urlano vendetta, visto che da noi dovrebbero essere l'eccellenza. Poi ci sono le fornerie-boutique, quelle che la farina arriva dal Mulino Bianco, l'acqua è quella delle sorgenti gallesi e il lievito lo forniscono gli Elfi di Denethor in persona: non hanno pane comune (acqua, sale, farina e lievito madre), ma poetiche composizioni di arte bianca che citano nomi di località sperdute in forre fuori dal tempo (fa molto genuino).
E' così, per reazione, sono nate prima una catena di pane a prezzi popolari e poi le bancarelle mercatali: ma chi si fida degli ingredienti e della conservazione (a parte che basta mettersi fuori da un forno al mattino e guardare come vin trasportato il pane, per rendersi conto che la cuffietta bianca in testa e i guanti della cassiera sono puro folklore).


Il tutto per dire che qui da noi, la puzza di trassone aleggia sempre e comunque, anche quando si invoca la genuinità o la semplice...semplicità di un alimento così facile da farsi e buono.
 
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Kaesust
view post Posted on 27/8/2014, 23:06




CITAZIONE (surcouf @ 27/8/2014, 16:25) 
CITAZIONE (^scintilla^ @ 27/8/2014, 09:23) 
..Passare davanti ad un forno, qui da noi...è pura estasi...

Interessante notare che molti fornai a Torino sono meridionali: o laggiù non erano buoni e se ne sono venuti qui o hanno dimenticato l'arte per adeguarsi al trend economico da rapina che ormai vige un po' dappertutto. ;)

Da notare che, se deroghi dalla normale pagnotta (invariabilmente con grassi aggiunti), il resto viene venduto a prezzi da boutique: non parliamo di focacce (al cloro), briosce (che sembrano orsetti Haribo) e grissini straunti che urlano vendetta, visto che da noi dovrebbero essere l'eccellenza. Poi ci sono le fornerie-boutique, quelle che la farina arriva dal Mulino Bianco, l'acqua è quella delle sorgenti gallesi e il lievito lo forniscono gli Elfi di Denethor in persona: non hanno pane comune (acqua, sale, farina e lievito madre), ma poetiche composizioni di arte bianca che citano nomi di località sperdute in forre fuori dal tempo (fa molto genuino).
E' così, per reazione, sono nate prima una catena di pane a prezzi popolari e poi le bancarelle mercatali: ma chi si fida degli ingredienti e della conservazione (a parte che basta mettersi fuori da un forno al mattino e guardare come vin trasportato il pane, per rendersi conto che la cuffietta bianca in testa e i guanti della cassiera sono puro folklore).


Il tutto per dire che qui da noi, la puzza di trassone aleggia sempre e comunque, anche quando si invoca la genuinità o la semplice...semplicità di un alimento così facile da farsi e buono.

Qui invece i fornai sono locali, "Beretta" è il nome di una catena che ha invaso la zona. Il pane che ci compri diventa "posso" ossia raffermo, in pratica appena esci dal negozio. Preferisco quello del supermercato, che almeno non ha pretese. Una mia collega pugliese quando gli nomino il pane fa una faccia che dice tutto.
 
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46 replies since 25/8/2010, 09:12   615 views
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