CITAZIONE (marianna69 @ 4/7/2008, 11:55)
... la Galbani o qualunque altra ditta alimentare di millantata qualità che, per giunta, ci bombarda di pubblicità anche e soprattutto dalla tv di Stato.
Mi scuserete se ho quotato me stessa, ma l'ho fatto per evidenziare un aspetto:
la pubblicità.
Spesso ho sentito persone sostenere che
"i prodotti molto reclamizzati, soprattutto dalle tv più note, sono <i>per forza</i> buoni" perchè
"Le televisioni non rischierebbero la propria immagine promuovendo roba scadente".
Ciò significa che, quando una tv pubblicizza un prodotto, in qualche maniera se ne fa garante. E questo la rende - a mio avviso - parzialmente responsabile.
Se il garante è la tv di Stato, poi, la responsabilità è doppia poichè la tv di Stato dovrebbe
anche avere
funzione educativa e di pubblica utilità.
Al problema-sofisticazioni alimentari (ma, a mio avviso, a
tutti i problemi di frode) è possibile ovviare, secondo me, con
controlli capillari e incrociati da parte di
tutte le attività che rientrano nella catena: produttori, fornitori, grande distribuzione, mezzo pubblicitario e... ebbene sì,
anche consumatore! Perchè anche quest'ultimo
deve dare il suo contributo informandosi al meglio, quantomeno leggendo l'etichetta!
CITAZIONE (surcouf @ 4/7/2008, 12:42)
... la tanto decantata regola del comprare dal "contadino", sinceramente mi fa sorridere.
Potrei al limite comprare da chi conosco personalmente e produce in proprio (sempre che si abbia l'opportunità), ma anche in questo caso potrei trovare un onesto convinto di saper fare cose genuine che invece produce robaccia, ma in buona fede.
...
Per ventura ho lavorato in due posti:
per l'oleificio Vezza e per un grossista di semilavorati per bar-gelaterie.
Riguardo all'olio prodotto dal contadino starei piuttosto attenta.
L'igiene dei frantoi dei "privati" talvolta è quella che è (
topastri che si aggirano nelle vasche e frantoi puliti una volta ogni secolo con soda caustica!). Da ricordare, inoltre, che l'olio di sansa e l'olio d'oliva
non extravergine derivano da miscele lampanti assolutamente
non commestibili se non hanno prima subito processi di rettifica.
Tali processi, onestamente, preferirei saperli attuati da grosse ditte dotate di macchinari e mezzi adeguati che non da un "amatore improvvisato".
Sui gelati:
il gelato
veramente artigianale
non esiste o quasi.
I vari gusti, infatti, non si ottengono con cacao, liquori, nocciole o frutta
puri, bensì da vasetti di semilavorati.
Ad Arenzano, per esempio, vi è
una sola gelateria che produce gelato con latte fresco intero e frutta
vera. Ne fa in piccolissime quantità, ha pochi gusti e il gelato è
molto caro (però è davvero buono). Perchè non ci sono santi: la qualità si paga, e salata!
Il "piccolo" particolare è che spesso
crediamo di pagare per la qualità, invece paghiamo per i fac-simile o per le schifezze (vedi il caso della Galbani).
Più trasparenti, per paradosso, risultano le
sottomarche, quelle che devi cercare nei recessi più infimi dei supermercati, quelle che non sono pubblicizzate, quei prodotti umili, persino un po' ritrosi che compri quasi per commiserazione e che paiono dirti:
"Costo poco, ti offro poco, ma almeno te lo dico"!