IERI OGGI & DOMANI

Tipicamente Italiano, a proposito di DOP e IGP, considerazioni sulle produzioni alimentari tipiche

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Kaesust
view post Posted on 26/7/2010, 11:12




Abbiamo le quote latte (viene butatto via il latte prodotto in eccesso o almeno dovrebbe) e compriamo latte puffato dalla Germania ? Provare a discutere con Bruxelles invece di aizzare gli allevatori per prendersi i voti no eh.....

Comunque a Granarolo come a qualsiasi azienda che venga scoperta a fare queste cose andrebbe VIETATO fare qualsiasi pubblicità a qualsiasi dei propri prodotti nei quali venga sottolineata

1) l'alta qualità o la genuinità del prodotto
2) qualsiasi riferimento , velato o meno, all'italianità del prodotto.

Perché il reato oltre a quello sanitario è quello dell'imbroglio " a mezzo stampa".

 
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view post Posted on 26/7/2010, 11:19
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Del problema me ne sono occupato a più riprese (dal punto vista dell'information technology) e ho maturato alcune convinzioni sulle priorità da assegnare alla tutela del consumatore che, senza neppure troppa sorpresa, può trovarsi spesso in contrasto con tendenze di pensiero che privilegiano il "piccolo e locale è bello" in opposizione alla visione globale della produzione (che ha peraltro aspetti ideologici e comportamentali negativi di cui non mi sembra il momento adatto per parlare).

In soldoni, credo che tracciabilità, controllo della qualità e confezionamento siano tre criteri chiavi preliminari e indispensabili a qualsiasi altra considerazione. Al punto che per quanto mi riguarda la cosa che più ho notato in questi ultimi anni (per lo meno dove ho messo il becco io) è una tendenza ai controlli di qualità che da tempo ha finito di essere orientata al solo prodotto finito per essere invece applicata a tutte le fasi della produzione e della distribuzione. Per dirla come l' OMS, insomma, la sicurezza alimentare è una responsabilità condivisa dal campo alla tavola.

Credo che la tipicità di un dato prodotto dovrebbe per prima cosa soddisfare il suo buon diritto a competere con qualsiasi altro affine proprio su queste premesse. E credo che la difesa di questa tipicità sia soprattutto un problema di competenze, di tradizione, di processi di lavorazione e che in questo caso la provenienza della materia prima possa essere secondaria, soprattutto se si vuole restare sul mercato e garantire i distretti di produzione in tempi di crisi.

Edited by WebMichi - 26/7/2010, 12:29
 
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view post Posted on 26/7/2010, 11:25


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CITAZIONE (Kaesust @ 26/7/2010, 12:12)
Abbiamo le quote latte (viene butatto via il latte prodotto in eccesso o almeno dovrebbe) e compriamo latte puffato dalla Germania ?

Il problema centrale è che nessuno, ad oggi, al Ministero delle Politiche Agricole riesca a contare le mucche....le stalle e la VERA produzione di latte.
O non vogliono contarle.

Da quello che si vede in tv nelle inchieste giornalistiche emergono dati incredibili: stalle con migliaia di capi (?) in paesini i cui allevamenti ne contengono al massimo qualche centinaio!
Gli stessi allevatori intervistati sostengono che sono dati fasulli... fate voi.

Ps: grazie per l'accorpamento...non me n'ero accorta.
 
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view post Posted on 26/7/2010, 11:29
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CITAZIONE (Kaesust @ 26/7/2010, 12:12)
(viene butatto via il latte prodotto in eccesso o almeno dovrebbe)

:D :D :D
facciamo che lo sai prima e non lo produci in eccesso
CITAZIONE
Abbiamo le quote latte e compriamo latte puffato dalla Germania ? Provare a discutere con Bruxelles invece di aizzare gli allevatori per prendersi i voti no eh.....

a parte che bisogna vedere se si tratta di "latte puffato" o cos'altro (non pensare che il latte tedesco sia peggio di quello italiano): quelle di produzione italiane trovate a Trento?

Comunque il discorso delle quote latte sta per finire, ma il problema è un altro: è pensabile che il latte italiano costi il 20% in più di quello francese o tedesco??
Perché in questa situazione dove protestano perché non riescono a coprire i costi sarebbe quantomeno sorprendente che volessero produrne di più: per avere maggiori perdite?
CITAZIONE
Comunque a Granarolo come a qualsiasi azienda che venga scoperta a fare queste cose andrebbe VIETATO fare qualsiasi pubblicità a qualsiasi dei propri prodotti nei quali venga sottolineata

1) l'alta qualità o la genuinità del prodotto
2) qualsiasi riferimento , velato o meno, all'italianità del prodotto.

Perché il reato oltre a quello sanitario è quello dell'imbroglio " a mezzo stampa".

Discorso un po' complicato.
Un'azienda non può vantare una caratteristica di uno o più prodotti se tutti i suoi prodotti non hanno la stessa caratteristica???

CITAZIONE (^scintilla^ @ 26/7/2010, 12:25)
Il problema centrale è che nessuno, ad oggi, al Ministero delle Politiche Agricole riesca a contare le mucche....le stalle e la VERA produzione di latte.
O non vogliono contarle.

Da quello che si vede in tv nelle inchieste giornalistiche emergono dati incredibili: stalle con migliaia di capi (?) in paesini i cui allevamenti ne contengono al massimo qualche centinaio!
Gli stessi allevatori intervistati sostengono che sono dati fasulli... fate voi.

Mah... questi sono i dati dei Cobas e dei loro protettori leghisti ai quali i Santoro di turno abboccano come pesci.
Qualcosa di strano ci sarà, ma cosa rappresenta?
E giustifica i furbastri?
 
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Kaesust
view post Posted on 26/7/2010, 11:37




CITAZIONE (Spencer The Rover @ 26/7/2010, 12:27)
Discorso un po' complicato.
Un'azienda non può vantare una caratteristica di uno o più prodotti se tutti i suoi prodotti non hanno la stessa caratteristica???

Certo, purchè lo faccia da SUBITO e chiarendo bene le differenze tra i suoi prodotti e non INGANNI. Anche perché si tratta di concorrenza sleale nei confronti di che (sempre che esista) fa davvero un prodotto genuino (anche non italiano, ma fatto con criteri produttivi e igienico sanitari validi) oppuire davvero italiano.

Sugli altri prodotti (visto che su uno c'è stato inganno) per poter mantenere la puibblicità dovrebbe far ispezionare attentamente e certificare l'intera filiera produttiva, perché se mi hai preso per i fondelli in una cosa...poi mis embra corretto che ti venga a fare le pulci.

Edited by WebMichi - 26/7/2010, 12:51
 
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view post Posted on 26/7/2010, 11:50
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CITAZIONE (Kaesust @ 26/7/2010, 12:37)
Certo, purchè lo faccia da SUBITO e chiarendo bene le differenze tra i suoi prodotti e non INGANNI. Anche perché si tratta di concorrenza sleale nei confronti di che (sempre che esista) fa davvero un prodotto genuino (anche non italiano, ma fatto con criteri produttivi e igienico sanitari validi) oppuire davvero italiano.

Sugli altri prodotti (visto che su uno c'è stato inganno) per poter mantenere la puibblicità dovrebbe far ispezionare attentamente e certificare l'intera filiera produttiva, perché se mi hai preso per i fondelli in una cosa...poi mis embra corretto che ti venga a fare le pulci.

su quale c'è stato inganno?
 
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Kaesust
view post Posted on 26/7/2010, 13:15




la mozzarella granarolo fatta con latte "batteriologicamente impuro"
 
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view post Posted on 26/7/2010, 14:09
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CITAZIONE (Spencer The Rover @ 26/7/2010, 11:09)
Allora, chiariamo un po' qualche punto.
1) la mozzarella non è un formaggio DOP: lo è solo la mozzarella di bufala campana.
.... salvaguardiamo quello che sappiamo fare!

....
Bisognerà allora decidersi: vogliamo la bresaola fatta con solo carne della Valtellina? Se va tutto bene ne potremo produrre un terzo di quella che produciamo...

Non fa una piega quello che dici, ma perché quella bandierina ingannevole per un consumatore poco avvezzo a sgamare gli specchietti per le allodole ?
Non pretendo neppure mi si scriva da dove arriva quel latte o quella farina o quella carne (io stesso ammetto che la carne argentina é di molto migliore di certa carne nostrana): pretendo che non si cerchi di gabellare, con mezzucci che possono fregare chi non ha quattr'occhi o la capacità e/o il tempo di sgamare le bufalette, quello che un prodotto non é. Via quella bandierina italiana e quella dicitura "lavorato in Italia" (magari in stabilimenti fuori legge che farebbero inorridire un cinese) perché non hanno senso e sono fuorvianti. Via quei cartelli al mercato con su scritto "senza conservanti", ché se veramente quel prosciutto lo fosse non lo compro neanche se é uscito due ore prima dal produttore.
Anni fa la Carli (che produce un buon olio, per loro stessa ammissione fatto con olive o oli non solo italiani e tantomento liguri) fu obbligata a cambiare l'etichetta che alludeva in maniera troppo sfacciata ad una presunta appartenenza territoriale, solo perché la ditta (come tante altre) ha sede nel ponente ligure. Bene, ma per una ditta che ammette apertamente le origini del suo prodotto ce ne sono un tot che cercano di veicolare il messaggio del tipico a tutti i costi, sovente anche andando contro alle leggi.
Mi dirai che la legge non ammette ignoranza, e sono d'accordissimo. Ma sono anche stufo di andare a vedere col lanternino (dove? certe etichette, proprio perché la legge lo ammette, sono parecchio generiche) se la scamorza che sto comprando é made in Bayern oppure no o se la Lola in realta si chiama Ludmilla e muggisce in bielorusso.
Più che la bresaola con carne della Valtellina, vorrei la bresaola con carne di qualità certificata e senza indicazioni fuorvianti e non necessarie in etichetta.
Vorrei un tonno che, anche se é lavorato a Guadalajara o Oporto, sia lavorato bene e con carni di qualità, poi, se per disgrazia <_< uno di quelli nostrani é riuscito a scappare dall'aereo per il Giappone ed é finito nella scatoletta Callipo o Palmera, allora sono ancora più contento.
Da quel che vedo girando all'estero e da quello che mi dice qualcuno che ci vive o ha vissuto, come al solito, sembra che per fregarci l'un l'altro siamo particolarmente dotati.
 
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view post Posted on 26/7/2010, 14:37
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CITAZIONE (Kaesust @ 26/7/2010, 14:15)
la mozzarella granarolo fatta con latte "batteriologicamente impuro"

1) è tutto da provare. Allo stato attuale sembra che quella contaminazione sia non del latte ma del liquido in cui sono immerse le mozzarelle
2) mi sembra del tutto improbabile comunque si tratti di inganno (cioè mala fede)
CITAZIONE (surcouf @ 26/7/2010, 15:09)
Non fa una piega quello che dici, ma perché quella bandierina ingannevole per un consumatore poco avvezzo a sgamare gli specchietti per le allodole ?
Non pretendo neppure mi si scriva da dove arriva quel latte o quella farina o quella carne (io stesso ammetto che la carne argentina é di molto migliore di certa carne nostrana): pretendo che non si cerchi di gabellare, con mezzucci che possono fregare chi non ha quattr'occhi o la capacità e/o il tempo di sgamare le bufalette, quello che un prodotto non é. Via quella bandierina italiana e quella dicitura "lavorato in Italia" (magari in stabilimenti fuori legge che farebbero inorridire un cinese) perché non hanno senso e sono fuorvianti.

ritorni al mio concetto di prima: allora cos'è il Made in Italy? Solo quello con le materie prime made in Italy?
Che culo: siamo un paese che di materie prime non ne ha...
CITAZIONE
Via quei cartelli al mercato con su scritto "senza conservanti", ché se veramente quel prosciutto lo fosse non lo compro neanche se é uscito due ore prima dal produttore.
Anni fa la Carli (che produce un buon olio, per loro stessa ammissione fatto con olive o oli non solo italiani e tantomento liguri) fu obbligata a cambiare l'etichetta che alludeva in maniera troppo sfacciata ad una presunta appartenenza territoriale, solo perché la ditta (come tante altre) ha sede nel ponente ligure. Bene, ma per una ditta che ammette apertamente le origini del suo prodotto ce ne sono un tot che cercano di veicolare il messaggio del tipico a tutti i costi, sovente anche andando contro alle leggi.
Mi dirai che la legge non ammette ignoranza, e sono d'accordissimo. Ma sono anche stufo di andare a vedere col lanternino (dove? certe etichette, proprio perché la legge lo ammette, sono parecchio generiche) se la scamorza che sto comprando é made in Bayern oppure no o se la Lola in realta si chiama Ludmilla e muggisce in bielorusso.
Più che la bresaola con carne della Valtellina, vorrei la bresaola con carne di qualità certificata e senza indicazioni fuorvianti e non necessarie in etichetta.
Vorrei un tonno che, anche se é lavorato a Guadalajara o Oporto, sia lavorato bene e con carni di qualità, poi, se per disgrazia <_< uno di quelli nostrani é riuscito a scappare dall'aereo per il Giappone ed é finito nella scatoletta Callipo o Palmera, allora sono ancora più contento.
Da quel che vedo girando all'estero e da quello che mi dice qualcuno che ci vive o ha vissuto, come al solito, sembra che per fregarci l'un l'altro siamo particolarmente dotati.

Benissimo il discorso sulla qualità, anche perché ben si accoppia col mio sul paese che non può garantire nulla (ditemi un po': ma quando voi all'estero vedete un prodotto Made in Italy lo comprate perché sicuri della qualità???).
Quello che continuo a non capire è il volerlo ricercare a tutti i costi se in verità non ti dice niente: se qualcuno vuole garantirti le cose Made in Italy o in Bayern o in Paris lo faccia pure.
 
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view post Posted on 26/7/2010, 14:55
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Il discorso potrebbe addirittura essere spostato altrove e allargato ad altri settori. L'altro giorno ho dato un'occhiata ad una famosa marca di scarpe che respirano, vanto del made in italy (???). Peccato che i 4 modelli che mi sono passati tra le mani erano made in China. Perché allora devo leggere frasi allusive e panegirici della carta stampata (nel settore li chiamano con altro nome ben più grezzo) sulle scarpe italiane ai piedi dei presidenti stranieri e via dicendo ?
E quanti prodotti tessili con su la solita bandierina e la scritta "Styled in Italy" che, facendo la tara, sovente vuol dire che una-persona-una (italiana si spera) ha scelto il modello tra un ventaglio di proposte fatte direttamente dalla fabbrica cinese che le produce anche per altre etichette sparse in Europa o nel mondo ?


CITAZIONE (Spencer The Rover @ 26/7/2010, 15:37)
...Quello che continuo a non capire è il volerlo ricercare a tutti i costi se in verità non ti dice niente: se qualcuno vuole garantirti le cose Made in Italy o in Bayern o in Paris lo faccia pure.

Spencer, io non voglio il made in Italy a tutti i costi, voglio una qualità garantita. In primis.
Poi meglio se prodotta in Italia. e, per finire, meglio ancora con prodotti tipici italiani (l'olio spagnolo nel pesto preferico evitarlo e idem per la mozzarella balcanica nella pizza).
Poi, sta a me decidere di comprare o no la scamorza fatta con tutti i crismi a Dusseldorf: io non la compro perché mi ricorda il Fantozzi col fiasco di Chianti all'aereoporto di Parigi e non per altro, ma immagino che ci sia dell'ottimo blu tedesco che dà dei punti a tanti erborinati locali.
Basta che non me lo vendano per gorgonzola stagionato o, peggio, blu di capra che tanto va per la maggiore adesso (non per il colore, eh? :D ).
 
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view post Posted on 26/7/2010, 15:14
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CITAZIONE (surcouf @ 26/7/2010, 15:55)
Il discorso potrebbe addirittura essere spostato altrove e allargato ad altri settori. L'altro giorno ho dato un'occhiata ad una famosa marca di scarpe che respirano, vanto del made in italy (???). Peccato che i 4 modelli che mi sono passati tra le mani erano made in China. Perché allora devo leggere frasi allusive e panegirici della carta stampata (nel settore li chiamano con altro nome ben più grezzo) sulle scarpe italiane ai piedi dei presidenti stranieri e via dicendo ?
E quanti prodotti tessili con su la solita bandierina e la scritta "Styled in Italy" che, facendo la tara, sovente vuol dire che una-persona-una (italiana si spera) ha scelto il modello tra un ventaglio di proposte fatte direttamente dalla fabbrica cinese che le produce anche per altre etichette sparse in Europa o nel mondo ?

Benissimo, ma allora quando è Made in Italy?
Il ddl Reguzzoni-Versace parla di "prevalentemente fatto": ti basta o vuoi di più?
CITAZIONE
Spencer, io non voglio il made in Italy a tutti i costi, voglio una qualità garantita. In primis.

Ribenissimo.
Obiettivo assolutamente inconciliabile con un'origine geografica, men che meno quella dell'Italia.
Molto meglio dei marchi di qualità - anche italiani, perchè no - da applicare su merce che soddisfi determinati requisiti (occhio alla politica, però).
Su questo siamo assolutamente d'accordo.
CITAZIONE
Poi meglio se prodotta in Italia. e, per finire, meglio ancora con prodotti tipici italiani (l'olio spagnolo nel pesto preferico evitarlo e idem per la mozzarella balcanica nella pizza).
Poi, sta a me decidere di comprare o no la scamorza fatta con tutti i crismi a Dusseldorf: io non la compro perché mi ricorda il Fantozzi col fiasco di Chianti all'aereoporto di Parigi e non per altro, ma immagino che ci sia dell'ottimo blu tedesco che dà dei punti a tanti erborinati locali.
Basta che non me lo vendano per gorgonzola stagionato o, peggio, blu di capra che tanto va per la maggiore adesso (non per il colore, eh? :D ).

Dimenticavo: ovviamente sono ASSOLUTAMENTE CONTRARIO a tutte le imitazioni dei DOP, dal cambozola al Pardano...
 
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view post Posted on 26/7/2010, 15:32
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CITAZIONE (surcouf @ 26/7/2010, 15:55)
Il discorso potrebbe addirittura essere spostato altrove e allargato ad altri settori. L'altro giorno ho dato un'occhiata ad una famosa marca di scarpe che respirano, vanto del made in italy (???). Peccato che i 4 modelli che mi sono passati tra le mani erano made in China.

Per me sono scarpe italiane, decide il copyright e dietro a quello la storia e la progettualità del prodotto. La Coca Cola che bevo è sicuramente prodotta in Italia, ma non penso proprio a non considerarla più una bevanda americana. Se poi l'attenzione si sposta sulla pubblicità ingannevole, ti seguo, ma per me il rispetto della tradizione e della qualità non è più prerogativa di un luogo.
 
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Kaesust
view post Posted on 26/7/2010, 15:50




L'Italia non avrà carbone acciaio e petrolio, ma a materie prime alimentari dovrebbe essere messa bene, dovrebbe, nel senso che ci sono tutti i presupposti per cui lo possa essere.

Ma dalla Molteni che mando' in Africa le mortadelle con lo sterco, alla Galbani che comprava merce scaduta e in putrefazione da magazzini in mano alla ndrangheta, alle mozzarelle Blu, passando per tante altre che sappiamo e che non sappiamo, certamente la "legittima suspicione" che quando compro un prodotto di "marca" in realtà non abbia alcun motivo a sentirmi piu' garantito nemmeno dal punto sanitario, che se compro il formaggio dal pastore mi viene.

E veramente poco o nulla si fa in Italia perché chi è corretto, oppure è semplicemente incappato in un "errore", venga separato da chi della contraffazione fa il suo "core business".

Io ho visto a Pavullo nel Frignano, fare il Parmigiano Reggiano in un caseificio che sembrava pulito come il "general Hospital" dei telefilm, ho visto fare le mozzarelle sotto il mio naso nello stesso caseificio dal quale mi sentirei di comprare qualsiasi tipo di formaggio, ma lo stesso consulente alimentare che mi accompagno' li' in visita "turistica" me lo indico' come sito produttivo "di eccellenza".

Come dire non è che in Italia NON sappiamo come fare produzioni di qualità e davvero non mi sentirei di dire che in Germania le cose le fanno meglio in campo alimentare e ancora anche a prescindere dagli aspetti "organolettici".

Ma perché poco dopo che è capitata la mozzarella blu nel discoutn, ricapita ad un azienda che "fa la figa" come la Granarolo ? Qualche idea di fare qualche controllo non gli è venuta ?

E se il batterio invece che tingere di blu le mozzarelle rendendole chiaramente "diffor^mi" dall'originale, fosse stato uno che le lasciava bianchissime ma ti provocava altri e peggiori danni alla salute ?, chi mi dice che in questo caso ,invece, la Granarolo l'avrebbe scoperto "prima" che la mozzarella finisse sullo scaffale del supermercato ?

Nella mia ignoranza, ora posso solo sospettare che la Granarolo i controlli di qualità sulle materie prime li faccia a capocchia, a meno che qualcuno riesca a darmi una spiegazione convincente di una diversa causa
 
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view post Posted on 27/7/2010, 09:03
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CITAZIONE (WebMichi @ 26/7/2010, 16:32)
Se poi l'attenzione si sposta sulla pubblicità ingannevole, ti seguo...

Certo, é quello a cui mi riferivo, oltre al fatto che per certi prodotti alimentari (rispondo a Spencer) gradirei fossero localizzati intieramente in Italia e non mi sembra cosa impossibile.

Sinceramente non mi interessa se Geox produce in Cina (le tasse le pagano, spero, in Italia e qualche maestranza ce l'hanno anche qui), sta a me decidere se premiarla o no acquistando il loro prodotto piuttosto che una Timberland, che fa la stessa cosa, ma non mi sembra sventoli pubblicitariamente la bandiera a stelle e striscie (é solo un esempio, sia chiaro). Poi, se le finanze lo permettono e la scelta c'é, compro Made in italy, come ho fatto la settimana scorsa con un paio di scarpe sportive.

CITAZIONE (Spencer The Rover @ 26/7/2010, 15:37)
..ditemi un po': ma quando voi all'estero vedete un prodotto Made in Italy lo comprate perché sicuri della qualità???

Per certi prodotti sì, lo farei senz'altro.
Ma é chiaro che all'estero, a meno che non ci risieda, non abbia molte occasioni per comprare italiano, ameno che non voglia improvvisare una spaghettata o veda in un negozio un capo di abbigliamento che mi interessa e costa magari di meno che da noi.
 
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view post Posted on 27/7/2010, 09:42
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CITAZIONE (surcouf @ 27/7/2010, 10:03)
Certo, é quello a cui mi riferivo, oltre al fatto che per certi prodotti alimentari (rispondo a Spencer) gradirei fossero localizzati intieramente in Italia e non mi sembra cosa impossibile.

E' un continuo rimpallarsi questo strano concetto di autarchia da ventennio.
Ti ho citato il lattiero caseario, che per il 50% è dipendente dall'estero.
Che fai?
CITAZIONE
Poi, se le finanze lo permettono e la scelta c'é, compro Made in italy, come ho fatto la settimana scorsa con un paio di scarpe sportive.

Le scarpe le abbiamo sempre sapute fare.
Ma le tue Made in Italy quanto avevano di made in Italy?
CITAZIONE
Per certi prodotti sì, lo farei senz'altro.
Ma é chiaro che all'estero, a meno che non ci risieda, non abbia molte occasioni per comprare italiano, ameno che non voglia improvvisare una spaghettata o veda in un negozio un capo di abbigliamento che mi interessa e costa magari di meno che da noi.

anch'io, Ma il caffé magari deve essere Illy, perché il caffé del Cav. Capuzzello a Montreal non mi ispira.
Siamo sempre lì: abbiamo delle eccellenze di cui è giusto fidarsi, ma il sistema paese è inaffidabile.
 
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