IERI OGGI & DOMANI

Il Calice, Per gli appassionati del vino

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Andronico Batavo
view post Posted on 29/10/2004, 19:59




sono senz'altro d'accordo che il vino sia un viaggio personale che può essere aiutato ed educato ma a questo viaggio suggerirei di applicare una cosiddetta avventura di scoperta educata(nel senso anglosassone di educata e cioè attraverso un pò di studio e di istruzione), insomma, una volta impadronitisi dei criteri generali ed avendo una direzione in mente allora possiamo metterci da soli alla ricerca.

Io per collocazione geografica bevo molto vino non Italiano e navigo a vista (ma ho imparato a mie spese a non fidarmi delle belle etichette che costano relativamente poco rispetto al fare il vino buono), acquisto fidandomi dei vitigni che amo di più e delle zone di produzione che conosco di questi poi si beve una bottiglia e di conseguenza si compra il resto o meno. Ho una piccolissima cantina dove prevalgono, ovviamente, i rossi da invecchiamento anche se bevo vini che in media sono intorno ai 3-4 anni di invecchiamento. Per tutti i giorni bevo vini buoni ma semplici di produzione cilena,argentina, australiana o sudafricana.
per le medie e grandi occasioni si tira il collo a qualche bottiglia buona che attende nel mio box di essere stappata.
Ho pure il vantaggio di frequentare molte fiere dell'alimentazione dove non manca ilo vino e dove di tanto in tanto vengo omaggiato di vini, generalmente campani.

Un paio di consigli:

Azienda vinicola Sorrentino Lacryma Christi vigna lapillo vesuvio rosso d.o.c. €14
"""""""""""""""""""""""""" Aglianico Pompeiano i.g.t. "Don Paolo" €14
Azienda vinicola Di Meo Taurasi di Avellino D.o.c.g. €30

Edited by Andronico Batavo - 29/10/2004, 21:00
 
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ravel
view post Posted on 29/10/2004, 21:19




Il Taurasi che citi a Milano lo trovo a una decina di euro di meno, ma la cosa si spiega da sola, penso...
Non l'ho ancora preso, però, perché la sua produzione "bianca" non mi aveva entusiasmato...
Vedrò...
 
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Andronico Batavo
view post Posted on 30/10/2004, 08:23




CITAZIONE (ravel @ 29/10/2004, 22:19)
Il Taurasi che citi a Milano lo trovo a una decina di euro di meno, ma la cosa si spiega da sola, penso...
Non l'ho ancora preso, però, perché la sua produzione "bianca" non mi aveva entusiasmato...
Vedrò...

si è possibile per il taurasi "normale" ma io parlavo della "Riserva"
 
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view post Posted on 31/10/2004, 12:24
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Beh, 'stavolta faccio una puntatina rapida su una fascia di prezzo diversa da quello che evidenzio di solito, e che vogliono premiare la bottiglia di vino di qualità al prezzo migliore.
Bene, puntate il Taurasi Vigna Cinque Querce, annata consigliata: 1999, di Molettieri.
Prezzo intorno ai 30 €, ma credetemi, versate il sole dela Campania nel bicchiere....
 
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el aleph
view post Posted on 31/10/2004, 14:52




Dio solo sa quanto parteciperei a questo topic se potessi, e quanto partecipero' quando potro'.
Siccome pero' vedo che avete parlato (tra l'altro) di prezzi e di guide (in merito alle quali il mio parere in sintesi e' che servono, ma vanno confrontate senza prenderne nessuna come vangelo), vi segnalo una bottiglia dal Piemonte (chi mi conosce sa che sono curiosissimo di tutto, ma che vado sempre a cadere li' o in Borgogna) che ha a che fare con entrambi gli aspetti, e che non potete assolutamente perdere.
Trattasi del "NEBBIOLO" (tout court: eh, gia'!) di TEOBALDO CAPPELLANO.
Si', l'erede del farmacista che invento' (o codifico') il Barolo Chinato: casa fondata nel 1870, a Serralunga d'Alba.
E' sempicemente straordinario, un piccolo - ma neanche tanto - Barolo (ho comperato anche quello, ma non ancora bevuto; vite con piede NON americano), ma lo segnalo perche':
a) costa € 11,00 (undici)
b) Baldo ha vietato a chiunque di menzionare i suoi vini in qualunque guida(qualcuno, come Veronelli, trasgredisce), e non manda campioni a nessuno.
c) chi vuole i vini di Baldo deve andarseli a prendere (e implorarlo di venderglieli, perche' la produzione e' limitata e molto ambita, non dai giapponesi ma dai piemontesi, quindi si rischia il viaggio a vuoto)
d) Baldo ha inserito nell'etichetta posteriore un proclama socio-politico contro il business del vino e in favore dei lavoratori della terra che il Subcomandante Marcos considererebbe un po' troppo estremista (ma sapete che - al contrario che in Toscana - in Piemonte, nonostante la tradizione sabauda, i vignaioli anche piu' famosi la pensano in maggioranza cosi': tutti sarete a conoscenza delle bottiglie di Barolo "No barrique, no Berlusconi" 1999 del Grande Vecchio Bartolo Mascarello; in enoteca ne ho arraffata una, ma quando sono arrivato alla cassa il mio amico Guido mi ha riso in faccia: "Cosa pensavi, che fossero in vendita?").
Ah: Guido mi dice che il barbera di Baldo e' un po' meno efficace; l'uomo vive in vera simbiosi solo con il nebbiolo, nelle sue varie declinazioni
Insomma, visto che Baldo si affida soprattutto al passaparola, faccio subito il mio dovere: Barolo che mi garantiscono fantastico (attorno ai 30€), Barolo Chinato creato dal bis-bisnonno (e cio' basti), ma Nebbiolo incredibile a € 11: se lo trovate, e se lo assaggiate, mi sa che l'anno prossimo ci troviamo tutti davanti al portone di Baldo ad implorare (e, per ringraziarmi, sarete tenuti a farmi passare davanti).

P.S. - Lascio il messaggio com'e', ma ho trovato in rete il "proclama" di Baldo, e ve lo cito testualmente; vedrete che ho scherzato, ma non tanto:
"“Cortesemente a chi di “Guide” si occupa"
"Nel 1983 chiesi al giornalista Sheldon Wasserman di non pubblicare il punteggio dei miei vini. Così fece, ma non solo, sul libro “Italian Nobles Wine” scrisse che chiedevo di non far parte di classifiche ove il confronto, dagli ignavi reso dogma, è disaggregante termine numerico e non condivisa umana fatica. Non ho cambiato idea, interesso una ristretta fascia di amici-clienti, sono una piccola azienda agricola da 20 mila bottiglie l’anno, credo nella libera informazione anche se a giudizio negativo. Penso alle mie colline come una plaga anarchica, senza inquisitori od opposte fazioni, interiormente ricca perché stimolata da severi e attenti critici; lotto per un collettivo in grado d’esprimere ancor oggi solidarietà contadina a chi, da Madre natura, non è stato premiato. E’ un sogno? Permettetemelo. Teobaldo”.
Che tipo, eh?
 
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ravel
view post Posted on 31/10/2004, 15:19




Conosco... conosco... anche se ovviamente mai riuscito a berlo (gente che si occupa di vino quasi professionalmente è nelle mie stesse condizioni... ).
Sarei senz'altro curiosissimo, ma è un vino che rasenta la nota qualfica di "vino virtuale"...

Contiamo su di te...

 
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view post Posted on 31/10/2004, 17:21
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Scontata la mia gratitudine ad Antonio per avere riproposto a tutti noi una figura come quella di Teobaldo Cappellano, che parlando di vino sento vicino oltre ogni ogni dire, e del quale putroppo non ho mai avuto la fortuna di bere nulla.
Me ne parlò un amico la prima volta, appassionato come me e come me lontano dalle logiche commerciali, dagli obblighi dei manuali (utili, però, e io a Veronelli qualcosa devo) e dalle etichette trendy: mi citò l'idefessa fiducia del nostro nelle natura, quando orgogliosamente dichiarava di non usare lieviti e di concimare con le vinacce.

Voglio allora citarvi un altra leggenda del vino, che rimanda alla Francia tanto cara all'avvocato, anche se non in Borgogna: Nicolas Joly, cultore e guida dell'enologia biodinamica (pensiero e tecnica di rafforzamento del carattere autentico del terreno, che va trattato solo con sostanze animali e vegetali, e con preparati che aiutano la vite a migliorare la fotosintesi, mantenendo inalterate le caratteristiche proprie).
Sapete cosa dice questo signore, dal passato insospettabile, sacerdote, ché termine diverso non mi viene, di un vigneto vecchio di 800 anni nella sua Loira, teorico della biodiversità?:

"Ho 59 anni, sono nato il 23 agosto, sotto il segno della Vergine. Inglese buono e conoscenze di tedesco... Moi je suis gaulois et latin... (Io sono gallo e latino) ... Nel 1977 ho maturato la decisione di lasciare la mia carriera nel campo della finanza: negli ultimi mesi lavoravo in banca a Londra e andavo a ora di pranzo nelle biblioteche per scovare il metodo migliore per fare il formaggio di capra ... Tutti mi prendevano per matto. Appena arrivato, avevo pochissimi soldi ma sapevo di essere libero: la libertà è stare fuori, è avere un cavallo che mi aiuti ad arare, dei cani, dei fiori da piantare, degli alberi che cresceranno, un orto che mi nutra. Il re, il vero re, sarà chi avrà un pozzo, una piccola fattoria, un pezzo di terra dove far crescere gli ortaggi e un po’ di legna per fare il caffè. Mi è stata consegnata questa vigna e io la riconsegnerò. Ho l'impressione di avere un ruolo importante da svolgere in questo luogo per me sacro, energeticamente molto forte, antico e legato alla cultura celtica ...."

Ora, non ce ne sarebbe abbastanza per un pellegrinaggio dai due santoni?
 
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el aleph
view post Posted on 31/10/2004, 19:31




CITAZIONE (ravel @ 31/10/2004, 15:19)
Conosco... conosco... anche se ovviamente mai riuscito a berlo (gente che si occupa di vino quasi professionalmente è nelle mie stesse condizioni... ).
Sarei senz'altro curiosissimo, ma è un vino che rasenta la nota qualfica di "vino virtuale"...  

Contiamo su di te...  

E io conto su Guido, oste impareggiabile, che e' riuscito a scalfire la corazza del baldo Baldo, forse perche' e' "strano" quanto lui: ex hippy barbuto e (non piu' tanto) lungicrinito, grande ribelle, grande viaggiatore di tutti gli emisferi; per dire la stranezza, e la rinuncia implicita alla pubblicita' (compresa quella "di base" dell'elenco del telefono), sapete sotto quale insegna lo trovate a Parma?
"HI FI NEWS" , dove apparentemente vende super-impianti stereo del genere "esoterico", roba che non posso neanche permettermi di guardare.
Ma assieme agli stereo vende i vini migliori del mondo, compreso appunto il suo amicone Cappellano cui un paio di volte l'anno sale a far visita, con i clienti che lo aspettano al varco con le scorte al ritorno (e tanta Francia, con ampia preferenza per gli artigiani alla Joly, che io pure ammiro come Michi, senza pero' averlo assaggiato).
Non bastasse, ogni giorno apre 2-3 bottiglie delle sue, che assaggia nel retro in compagnia dei visitatori-amici (ovviamente gratis: entri per chiedere come sta, ed esci con in corpo un bicchiere di Montrachet, del quale intanto hai appreso vita morte e miracoli di vigna, cantina e produttore, in cambio soltanto del tuo parere spassionato, e della partecipazione all'inevitabile discussione che ne nasce).
In sottofondo, vinili jazz degli ultimi 50 anni girano sui mega-stereo.
Un paradiso in terra.
La sera chiude presto, per salire in collina alla Locanda della moglie Mariella (altrettanta ostessa, con propensione per i - pochi - vini veramente buoni dell'altro emisfero, cosi' si chiude il cerchio), dove si mangia tanto bene quanto si beve, e ho detto tutto.
Scusate la pubblicita', ma quando qualcuno lavora cosi', bisogna pur riconoscerlo.
Ah, dimenticavo: come per tutti i grandi di questo settore, la sua professionalita' (e la completezza intelligente della sua cantina) si manifesta al massimo grado quando gli chiedete: "avrei una cenetta tra amici senza impegno, focaccia e salume, non farmi superare i 10 Euro...": chiede "quale salume"?", e tira fuori illustri sconosciuti a tre lire che fanno gridare al miracolo.
E se aggiungi un Euro, puoi avere l'introvabile Cappellano: "finche' ce n'e'..."
Bene, adesso vado appunto a bermi il secondo Nebbiolo (su fagiano & polenta), alla salute vostra, di Guido e di Baldo.

Ah: di Cappellano cercate in rete gli interventi, c'e' una lettera aperta di risposta ad Angelo Gaja (grandi vini, ma agli esatti antipodi della concezione baldesca...) che e' un capolavoro.
Si', perche' Baldo non ama la pubblicita', pero' non e' uno di quegli anziani malmostosi (che adoro, ovviamente!) che parlano solo attraverso il vino e che abbondano in Piemonte, alla Bruno Giacosa, Bartolo Mascarello, Giuseppe "Citrico" Rinaldi (il soprannome dice tutto: mi risulta che un giorno, essendosi accorto in ritardo dell'arrivo in cantina - non preannunciato - di un pullman di eno-turisti tedeschi e non sapendo piu' dove scappare, si e' chiuso in un armadio; e la moglie - spiritosa! - ha girato la chiave e se n'e' tornata in cucina, lasciandolo a "frollire" un po', e a ripassarsi il suo repertorio di antiche contumelie langarole; e mi risulta perche' c'erano presenti tre ragazzi miei amici, appassionati "poveri" giunti lassu' in 2CV, che al contrario erano stati accolti a braccia aperte).
Insomma, Baldo invece parla e scrive molto, e leggerlo e ascoltarlo e' un piacere quasi quanto berlo, musica per le nostre orecchie di amanti del vino come cultura, vincolo tra le persone (comprese quelle che lo fanno), via di contatto con un territorio e la sua gente...

Edited by el aleph - 31/10/2004, 19:37
 
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Andronico Batavo
view post Posted on 1/11/2004, 09:18




Faccio una digressione al discorso del vino aprendo una parentesi che si potrebbe meglio espandere da sola, ma che nasce come logica estensione e conseguenza di quanto scrive Antonio.

E' con grande rispetto e gratitudine che leggo di gente che vive il suo rapporto con la produzione del cibo e del vino(ma anche dell'Hi-Fi o di tantissime altre cose......) nel modo che descrivete, a parte il fatto che (ahimè!)potrei permettermi, al massimo, ogni morte di papa (per celebrare.......scherzo!) forse, una bottiglia di siffatto vino, ma ceramente non l' HI-Fi, apprezzo enormemente l'attutudine e la filosofia di base di chi fa queste cose. E' il moderno luddismo, giustificato sempre più dalla giusta voglia di essere individuo ,uomo o donna, e di non volersi necessariamente conformare alla logica del mercato e della massa e del profitto a qualunque costo o della fretta data da una vita volta ad una sempre crescente produzione che ti morda le terga e ti lasci senza tempo per te stesso. Curiosamente si trovano tra questi personaggi , persone di orientamento politico anche molto diverso tra loro e caratterizzate dall' inestinguibile voglia di non confondersi con la massa per rispetto della propria persona.
Bellissimo! E, tanto più bello proprio perchè raro. In questo però, forse c'è il futuro anche di IOD e delgi eternauti, mi piacerebbe proprio che ci si rivolgesse al pubblico che è originale o aspirerebbe all'originalità e che soprattutto ne apprezza il pensiero anche se non riesce a metterne in pratica lo stile di vita.
Penso di aprire un tema su di un altra pagina di IOD a tale proposito, mi augurerei di raccogliere le vostre dotte opinioni e testimonianze.

Edited by Andronico Batavo - 1/11/2004, 09:52
 
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view post Posted on 1/11/2004, 09:47
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Risposta intrigante, quella del Batavo, e va da sé che la ricerca di personaggi e movimenti che si pongono in questa logica, lontani dagli obblighi e dalle lusinghe del mercato onnivoro, ci riserverebbe pagine di grande respiro e piacere.
Gli eternauti, prima ancora che nella geografia, possono e devono fare viaggi nell'esistenza e nel pensiero, magari quello "slow think" di cui parlò Surcouf a suo tempo.
Da fare, studiamo come.

Edited by Michi2004 - 1/11/2004, 09:48
 
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Andronico Batavo
view post Posted on 1/11/2004, 10:18




ho appena aperto un nuovo topic nella sezione"chi siamo da dove veniamo e dove andiamo-La nostra storia-L'individuo e l'individualità, l'individualità senza individualismo" dove vorrei espandere il concetto e soprattutto farne la linea editoriale di IOD/Eternauti vedremo poi come.
Vi aspetto lì
 
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view post Posted on 1/11/2004, 10:25
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Trafficante di sogni

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boys, le ultime tranches di questa discussione da sole valgono il prezzo del biglietto.

l'unico dubbio è che come sottolineato da Michi dall'intervento di Andrea ci si espande giustamente verso lidi più articolati e che meritano spazi ampi e visibili. Purtroppo, l'area alcoolica, ad esempio, è quasi esclusivo appannaggio di amschietti appassionati. Andrea, simplex, trasferisce il concetto sul "totale" e apri un bel topicchione al riguardo...
 
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ravel
view post Posted on 2/11/2004, 20:05




CITAZIONE (Andronico Batavo @ 30/10/2004, 08:23)
CITAZIONE (ravel @ 29/10/2004, 22:19)
Il Taurasi che citi a Milano lo trovo a una decina di euro di meno, ma la cosa si spiega da sola, penso...
Non l'ho ancora preso, però, perché la sua produzione "bianca" non mi aveva entusiasmato...
Vedrò...  

si è possibile per il taurasi "normale" ma io parlavo della "Riserva"

Ho controllato, Andrea, e tutto sommato - nonostante una prezzatura assai curiosa che adesso ti esplicito - confermo quanto dicevo.
Trovo il Taurasi riserva '98 a 19 euro, e il base '96... a 21
Comunque penso sia abbastanza normale che fra spedizioni, ricarichi ecc, tu lo trovi lì a qualche euro di più...
 
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Andronico Batavo
view post Posted on 2/11/2004, 20:29




CITAZIONE (ravel @ 2/11/2004, 20:05)

Ho controllato, Andrea, e tutto sommato - nonostante una prezzatura assai curiosa che adesso ti esplicito - confermo quanto dicevo.
Trovo il Taurasi riserva '98 a 19 euro, e il base '96... a 21
Comunque penso sia abbastanza normale che fra spedizioni, ricarichi ecc, tu lo trovi lì a qualche euro di più...

compra la riserva e come l'arte, tienila da parte! Vi segnalerò qualche altro vino campano tra quelli che mi omaggiano o che compro da me.
Suggerisco pure di lanciarsi in avventure esotiche, quest'estate, in Belgio, ad Anversa, abbiamo bevuto una fantastica bottiglia di un vino Turco DOC secco ma aromatico (ho dimenticato di annotare i dati) che ci consigliava il cameriere di un semplicissimo localino turco, un bianco finissimo con sentori di frutta esotica come piacciono a me i bianchi.Eccellente!
Anche il vino è diventato buono un pò dappertutto , provare per credere.OSATE!
 
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view post Posted on 5/11/2004, 09:29
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Trafficante di sogni

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Stasera, un minuto dopo la mezzanote, si celebrerà questo nuovo rito pagano dell'apertura di vini novelli.

Strana storia questa del vino giovane italiano. Il progetto originale, nella sua forma commercializzata, è francese, con il famoso Beaujoles. Un solo vitigno ammesso a tale rango, produzione limitata e bottiglie che al 30 marzo successivo finiscono inesorabilmente nel cassonetto.

Da noi invece, massima libertà. Qualsiasi vitigno di qualsiasi regione è ammesso alla diffusione del nuovo vino, con risultati molto alterni e quasi mai di alto livello. E soprattutto la possibilità di tagliare fino al 55% con uve dell'anno precedente, cosa assolutamente vietata in Francia.

In realtà il vino nuovo è sempre esistito, si chiamava primo mosto, primo tino o in altri modi a seconda delle regioni. Qualche anno fa (25?) ebbi modo di assaggiare per la prima volta un novello "casareccio", da uve nebbiolo, gradazione intorno ai 9 gradi. Un fresco aperitivo, dal gusto gradevole, non marcato. Non male ma tutt'altra cosa rispetto al vino...

E a proposito di leggi violate, da martedì (2 novembre!) a casa ho una bottiglia di novello 2004
 
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554 replies since 14/10/2004, 22:19   7207 views
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